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Una coppia perfetta

Mi rivoltavo nel letto nella speranza che mia moglie si svegliasse e mi chiedesse il motivo dell’insonnia, ma non volevo spaventarla ed i miei movimenti delicati non producevano l’effetto desiderato.
Avevo il desiderio di far l’amore, ma sapevo già che Paola non concepiva il sesso come terapia antistress e non avrebbe assecondato la mia richiesta.
Mi alzai molto lentamente cercando di non provocare sobbalzi al letto ed andai in salone ad accendere la televisione.
Erano quasi le due di notte e sembrava che le emittenti televisive si fossero coalizzate contro di me. Tutte trasmettevano immagini di donne più o meno volgari che incitavano a telefonare garantendo eiaculazioni immediate, ma non avevo l’età per cadere in trabocchetti del genere.
Una sola sequenza aveva provocato in me un minimo d’eccitazione, erano due superdotate che non trovavano di meglio da fare che insaponarsi all’infinito le enormi tette e martoriare i rispettivi capezzoli, ma l’eccitazione provata non mi permise di masturbarmi, una pratica peraltro abbandonata ormai da quando mi ero sposato.
La mattina del giorno dopo, mi recai come il solito in ufficio, ma dopo un paio d’ore fui costretto dal sonno ad andarmene, e tornai a casa con la voglia di mettermi a letto per dormire 24 ore di seguito.
Paola era uscita a fare la spesa, non sapeva che stavo tornando a casa. Mi spogliai per lavarmi prima di mettermi a letto e non trovando asciugamani in bagno rovistai nell’armadio per prenderne uno.
Gelosamente celata tra la biancheria trovai una scatolina. Conteneva un vibratore ed alcune eloquenti Polaroid sull’uso finora fattone da mia moglie e da Chiara, la moglie di un mio collega di lavoro, amici con i quali ci frequentavamo assiduamente da qualche anno.
La cosa mi mandò in bestia. Come aveva potuto tradirmi con quell’affare? Da quanto tempo lo faceva? Come era riuscita a tenermi nascoste queste sue PERVERSIONI per così tanto tempo?
Riposi con rabbia il mio rivale in amore e guardai con più attenzione le foto nella speranza di capire i motivi che l’avevano spinta a farlo.
Le istantanee erano tutte identiche. Quell’oggetto poggiato sulle labbra esterne della vagina o più o meno spinto nelle profondità uterine ed anali di mia moglie e di Chiara, mi sbalordirono.
L’atteggiamento poi. Non potevo sopportare che così spudoratamente si era concessa all’obiettivo fotografico che ne profanava le parti più intime spingendo il suo occhio indiscreto dove solo io avrei potuto guardare.
Tolsi quelle di mia moglie che mi facevano rabbrividire e misi quelle di Chiara in una sequenza che permetteva, scorrendole avanti ed indietro di veder scomparire e ricomparire quell’oggetto dalla sua vagina. Le feci andare velocemente e di colpo quell’oggetto che fino ad un attimo prima era immobile, si animò di vita propria.
Immaginai mia moglie alla macchina fotografica che incitava Chiara alla performance ed immediatamente, fui pervaso dal desiderio di partecipare attivamente alla realizzazione di quelle foto.
Il rumore della chiave nella toppa mi fece sobbalzare. Rimisi in fretta la scatola al suo posto, sfilai un asciugamano e chiusi l’anta dell’armadio nell’attimo in cui mia moglie varcò la soglia della camera da letto.
Ero riuscito a non farmi sorprendere, ma non potevo però celare l’eccitazione. L’erezione era evidentissima e Paola posate le buste della spesa sul pavimento e sedutasi sul bordo del letto, tirò a se gli slip permettendo l’uscita del glande al di sopra dell’elastico degli slip stessi.
“SALVE” fu l’unica cosa che disse guardandolo e cominciò a leccarlo delicatamente. Mi sfilai gli slip senza ostacolare i movimenti di Paola che con regolarità ossessionante, mi faceva scorrere le sua labbra su tutta la lunghezza dell’asta fino ad ingoiarla quasi completamente.
Di solito, questi erano solo i preliminari ad un rapporto più completo, ma questa volta le foto che avevo visto e l’idea di poter essere fotografati da Chiara in atteggiamenti così intimi, non mi permisero un controllo su quanto stava succedendo ed inondai la bocca di Paola che, presa di sorpresa, quasi a stento riuscì a bere il fluido caldo che tentava di tracimarle dalle labbra.
Continuammo a fare l’amore e supplendo con la lingua e con un dito alla mancata erezione riuscii lo stesso a farla godere, ma la diversità di quel rapporto rispetto a quanto di solito succedeva la insospettì e cominciò a fare domande sulla mia particolare eccitazione.
Evitai di dirle la verità, parlandole delle immagini televisive della notte precedente e le sue integrazioni a quanto dicevo, le sue specifiche conoscenze in merito mi stupirono; aveva visto quei filmati ed aveva prestato anche molta attenzione ai particolari.
Era stata Chiara, mi confidò di lì a poco, a farle vedere quelle scene una sera che aveva dormito da Lei, ed avevano passato un paio d’ore a zampingare tra un’emittente e l’altra, dapprima sorridendo di quei goffi movimenti e di quelle voci fuoricampo e poi, improvvisamente coinvolte da una scena di lesbiche che si leccavano, si erano entrambe eccitate al punto da rimanerci malissimo alla brusca sospensione delle immagini.
Trassi un sospiro di sollievo quando mi giurò di non aver mai avuto rapporti con Chiara, e quando le chiesi se le sarebbe piaciuto essere guardata durante un rapporto sessuale la vidi trasalire. Era talmente forte il suo desiderio che nel vedermi accondiscendente mi saltò addosso e mi riempì il corpo di baci. Che ipocrita, stavo ottenendo quello che volevo e la stavo spacciando per una cosa che voleva Lei.
Convinto ormai del risultato, le forzai la mano, e fu proprio Lei ad indicarmi Chiara come possibile spettatrice, impegnandosi ad organizzare in fretta la cosa.
I giorni che seguirono eravamo entrambi carichi di eccitazione, e l’attesa di quell’evento aveva profondamente modificato i nostri rapporti sessuali. Ci permettevamo libertà nel linguaggio che fino a quel giorno sembravano impossibili ed i nostri estenuanti rapporti finivano con inondazioni di sperma su tutte le parti del corpo, con enorme soddisfazione per entrambi.
Il giorno che tornando a casa le trovai a chiacchierare sedute in salotto, capii subito che ero la vittima designata di quel festino. Mi misi a sedere come mi avevano ordinato di fare e lasciai che fosse Paola a guidare il gioco.
Cominciarono a ballare dapprima distanti l’una dall’altra e poi sempre più vicine. Con carezze sempre più intriganti mi stavano e si stavano eccitando e quando Paola tolse il reggiseno a Chiara non riuscii a stare seduto.
Mi inserii tra loro e cominciai a ballare seguendo il ritmo dei corpi abbracciato ad entrambe. Sentivo il calore del seno nudo di Chiara passare lo spessore della giacca e quando Paola me la strappò di dosso cominciai lentamente a togliermi la camicia. Le mani di Chiara erano ormai sotto il maglione di Paola che eccitata come non mai mi baciava e mi mordeva i capezzoli. Chiara si allontanò e finì di spogliarsi inarcando il corpo distesa sul divano e Paola si chinata su di lei a leccarle la pancia si offrì alla mia penetrazione.
Qualche colpo di reni ed ero già pronto ad eiaculare nella sua vagina, ma mi ritrassi cercando di prolungare quel gioco il più a lungo possibile.
Un gemito di Paola quando mi ritrassi mi fece capire che stava per godere e mi chinai a leccarle il culo infilandole un dito nella fica.
Aprì le gambe per permettermi di penetrarla meglio e Chiara, scivolata sul pavimento, n’approfittò per venire a leccarla insieme con me. Il terrore di toccare Chiara e di poter scatenare la gelosia di Paola mi gelò, e mi ritrassi quando le nostre lingue si sfiorarono impercettibilmente.
Paola, intuito il motivo che mi aveva fatto ritratte, afferrò le nostre teste e ci spinse a baciarci rovesciandosi su di noi ed unendo la sua lingua alle nostre.
I minuti che seguirono furono interminabili. I mugolii si trasformarono in gemiti sempre più eloquenti e le due donne, ormai prive di ogni freno inibitore, si alternavano a leccarmi il cazzo pronto ad esplodere da un momento all’altro. Si leccavano e si baciavano ruzzolando sul tappeto e, pur potendo fare a meno della mia presenza, si offrivano alle brevissime penetrazioni che l’eccitazione mi permetteva.
Le centrai in viso mentre si baciavano e leccandosi a vicenda lo sperma che avevano depositato sulle guance, finirono di leccarmi le ultime gocce di sperma infilando la lingua nell’orifizio del glande. Ancora non soddisfatte continuarono a leccarsi fino a godere entrambe incitate dalle mie parole che faceva da sottofondo.
Dopo qualche minuto andammo ad infilarci sotto la doccia e, tra un bacio, una carezza e qualche parola, ci rivestimmo rientrando nella normalità dei gesti quotidiani.
Una settimana dopo ripetemmo l’esperienza. Un copione ormai imparato a memoria guidava i nostri gesti e la paura che la gelosia potesse rovinare tutto era abbondantemente fugata. Non c’era più da parte mia il timore di dover dimostrare qualcosa e giocammo a fare sesso insieme per più di due ore.
Ora rispettiamo il calendario che ci siamo fissati, abbiamo pianificato i nostri incontri e tutto ciò, oltre a non togliere nulla all’emozione, ne amplifica spasmodicamente l’attesa.
Io, Paola e da un po’ di tempo Chiara, siamo una coppia perfetta. FINE

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