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Dilemma (Bisex)

Carolina si svegliò e guardò all’orologio accanto al letto, erano le 2 e 35 di notte e lei era di nuovo sveglia. Sin da quando era uscita con allora la sua data con Dario, non era più riuscita a dormire tutta la notte, ma si svegliava due o tre volte con immagini di lei con lui e Corinna in situazioni molto calde; quella notte loro tre erano chiusi in un triangolo orale. I suoi seni erano gonfi ed eretti e la sua micia bagnata per l’eccitazione del sogno.

“Dannazione!” si disse allungando una mano verso il telefono. “il troppo è troppo!”

“Ciao” disse quando dall’altra parte gli risposero. “Cosa stai facendo?”

“Io stavo dormendo” fu la replica intontita. “Sei Carolina?”

“Naturalmente, Alan, quante altre donne eccitate ti chiamano nel bel mezzo della notte?”

Ci fu un momento di silenzio prima della replica.

“Aspetta un attimo, sto pensando” disse lui. “Cosa succede?”

“I miei capezzoli” gli sussurrò “Vorrei che tu fossi qui per succhiarli.”

Non ci fu risposta.

“Alan? Ci sei?”

“Mi stavo tirando giù il lenzuolo. Mi farai masturbare anche stasera?”

“Perché non vieni e lo fai qui o me lo lasci fare a me? Voglio il tuo cazzo, Alan” sussurrò Carolina nel telefono.

“Dannazione! Ne abbiamo già parlato, non posso darti quello che vuoi, quindi non chiedermelo.”

“Non piace la mia micia?”

“All’inferno, l’amo!” rispose l’uomo. “Io non posso pensare di dividerla con qualcuno altro, quindi non mi lasci molte speranze, vero?”

“Io sto sognando il tuo grosso uccello” disse lei ignorando le sue allusioni al suo rifiuto di smettere di vedere altri uomini mentre usciva con lui.

“Carolina! Non posso accettarlo!”

“Vieni e ficcamelo nella fica ed in bocca. Voglio mangiare il tuo cazzo, Alan!”

La linea rimase silenziosa.

“Alan, ho due dita nella micia e suo diventando bagnata! Per favore vieni e chiavami!”Ci fu un sospiro profondo sull’altra estremità del telefono, poi Alan si schiarì

la gola.

“Non posso farlo” le disse. “Mi spiace, Carolina!”

Carolina sospirò ed appese il telefono, poi aprì il cassetto del comodino; dentro c’era il miglior amico di una ragazza, il suo vibratore con un tubo di lubrificante profumato. L’accese e lo pigiò sul clitoride. Con l’altra mano prese il telefono e compose di nuovo il numero.

La voce di Corinna era appena udibile.

“Sono Carolina. Mi spiace di svegliarti, Corinna, ma devo parlarti.”

“Carolina? ” La donna all’altro capo della linea fu immediatamente sveglia.

“Nessun problema, mi ero appena messa a letto. Qualche cosa che non va?” chiese Corinna.

“Direi di no. È solo che… da quando sono stata con te e Dario, continuo a svegliarmi nel mezzo della notte. Strano.”

“Coscienza sporca?” chiese Corinna.

“Stai scherzando! Al contrario. Noi non ci conosciamo bene ma tu e Dario mi avete eccitato veramente. Non so cosa farci.”

Corinna ridacchiò e Carolina la sentì girarsi tra le lenzuola.

“Devo andare a lavorare domattina ma suggerirei di vederci ora, di solito non lo faccio “one on one” con una donna, ma ci sono sempre eccezioni ad ogni regola” disse Corinna.

“Sarebbe grande” sospirò Carolina. “Anche per me è così ma è stato differente con te; non so perché è successo, ma è successo.”

“Forse è stato Dario, ha questo genere di effetto sulle persone. Da quanto tempo lo conosci?” chiese Corinna.

“Lavoriamo insieme, ma non siamo mai stato insieme prima. La notte scorsa è stato come un esperimento, direi. Wow!”

“Possiamo farlo di nuovo forse una volta o l’altra” mormorò Corinna e sbadigliò nel telefono.

“Vuoi dire che?”

“Sicuro” rispose Corinna ed ancora una volta sbadigliò. “Chiamami domani.”

Carolina salutò e riagganciò mentre faceva correre il vibratore ronzante sul suo clitoride finché non sentì il flusso familiare del suo orgasmo che saliva. Chiuse gli occhi e si concentrò sul ricordo delle cosce carnose di Corinna contro la sua guancia ed il gusto della sua micia mentre onda dopo onda la sensazione saliva. Loro due, lo sapeva, avevano graffiato solo la punta dell’iceberg della passione!

Dario si girò e mise le braccia intorno al voluminoso corpo vicino a lui, il suo cazzo si insinuò nella piega profonda delle sue natiche. Sentì la parte posteriore spingere contro di lui mentre le carezzava il seno.

“Chi era che?” chiese quando riagganciò il telefono.

“Una tua amica.”

“Carolina?”

“Huh, Uh.”

Dario rimase silenzioso.

“Ebbene?” chiese.

“Ebbene cosa?”

“Non chiedi cosa voleva?”

La sua mano scese alla carne pelosa tra le sue cosce.

“So quello che voleva. La domanda è: lo troverà?”

“Non so” rispose Corinna quietamente. “È diversa, non è vero?”

“Diversa?”

“Sai, è come se… non saprei.”

“Sei come lei, non è vero?”

“Lei è bella.”

Corinna fu interrotta da un dito che la sondava fino a che non ebbe trovato il suo clitoride. Si girò e baciò l’uomo vicino a lei.

“L’abbiamo eccitata?” chiese con voce spezzata.

“Lo sai! Penso che lei ami il tuo culo quasi quanto me.”

Lei sentì l’altra sua mano scivolare tra le sue natiche e sondare la carne tenera del suo posteriore. Era un’area relativamente nuova dell’erotismo che lui aveva trovato per lei e lei si chiese che cosa sarebbe successo di nuovo quella mattina. La risposta venne rapidamente quando lui la girò sullo stomaco e le allargò le gambe. Mentre le sondava la fica profondamente fino a dove potevano arrivare le sue dita, lei sentì la sua lingua alla base della spina dorsale che cominciava il suo viaggio lento per scendere alla carne della sua micia.

Si lamentò in estasi mentre lui le solleticava il buco del culo con la punta della lingua e poi la fece correre all’apertura della fica bagnata.

Aprendole le labbra con le dita, la chiavò con la lingua per alcuni momenti e poi risalì a solleticarle il posteriore. Questa volta un dito le sondò il culo mentre lui continuava a baciare i larghi globi sensibili del posteriore.

“Per favore fallo bene, Dario” mormorò lei. “Non mi piace quando lo fai male.”

Senza rimuovere il dito lui si alzò e la baciò profondamente.

Lei poteva sentire la sua micia sulle sue labbra ed era vagamente consapevole che la sensazione sul suo buco del culo era divenuta più acuta, e più piacevole, mentre il bacio proseguiva. Poi lui si tolse e la sua lingua si mosse dalla base del collo, giù alla spina dorsale dove le sue dita continuavano ad eccitarle i centri di piacere segreti.

Lei si concentrò sul piacere che lui le stava dando e sentì il suo culo allargarsi sempre più mentre lui muoveva le dita nel buco tenero. Diversamente da occasioni precedenti, la sensazione non era di dolore ma di piacere di un genere che non aveva mai sentito prima. Lei gli permise di aprirle le gambe il più possibile e quando lui si inginocchiò tra di esse, capì quello che sarebbe successo ed involontariamente strinse quando la testa del suo cazzo spinse con forza contro l’anello eccitato del suo ano. Le dita di lui allargarono le chiappe piene mentre lui spingeva lentamente e dolcemente in avanti. Prima che lei se ne rendesse conto si sentì riempita dal suo cazzo in un modo che lei non aveva mai provato prima e sentì i muscoli dell’ano che si rilassavano per permettere al cazzo scivoloso di muoversi avanti ed indietro.

“Mettiti un dito nella fica” le disse lui.

Lei lo fece e sentì la sensazione strana del cazzo che si muoveva contro l’altro lato della parete sottile. Il pensiero l’eccitò ulteriormente e spinse indietro il suo culo, tentando di aumentare le sensazioni.

“Ti piace?” bisbigliò lui.

“Oh, Dario! Avevo paura che tu mi facessi male. Invece è così bello.”

Effettivamente si sentiva come se fosse tesa al massimo ed ogni volta che lui spingeva il cazzo dentro di lei, lei rispondeva con una spinta del culo. Agli uomini era sempre piaciuto il suo culo, questo però era il massimo dell’adorazione, pensò ed arcuò il posteriore mentre i movimenti di Dario cominciavano a dirle che lui stava per venire. Il movimento l’eccitò ulteriormente e strofinò il clitoride con più forza mentre Dario continuava a fotterle il buco del culo, lamentandosi e pompando la sua sborra dentro di lei.

Quando ebbero finito rimasero abbracciati a lungo senza parlare. Le labbra di lui erano vicine al suo orecchio e lei sentiva il suo alito contro la parte tenera del collo. Fecero la doccia insieme e poi guardarono l’orologio; era quasi ora di andare al lavoro.

Dario si vestì ed andò alla porta.

“Cena?” chiese poco prima di aprirla.

Corinna lo guardò.

“Come un appuntamento?”

“Sei e trenta. Ci vediamo.”

Se ne andò e lei rimase a guardare la porta chiusa.

Quando aveva vent’anni, si era data anima e corpo ad un uomo di dieci anni più vecchio e quando scoppiò il caso, rimase completamente devastata; lui risultò essere sposato e senza desiderio di cambiare le cose; avevano una vita di sessuale assolutamente stupefacente e stavano svegli a lungo la notte a parlare dopo che la forza si era esaurita in loro. Corinna sarebbe stata pronta a lasciare tutto per lui, ma lui non voleva una relazione permanente.

Era stato Carla a riportarla sulla terra dei vivi insistendo perché trovasse immediatamente un nuovo amore e dimenticasse il chiaro di luna e le rose. Insieme le due donne passarono un fine settimana fra gigolò finché non furono completamente sazie; ad un certo punto rimasero senza uomini e Carla suggerì per scherzo che avrebbero potuto inventarne uno. Quando Corinna per scherzo accettò, Carla recuperò un vibratore e per scherzo cominciò ad usarlo su di lei. Poi proseguirono a scherzare, per scherzo si leccarono l’un l’altra ed esaurirono le batterie del vibratore. Corinna, poi confessò di Cathy e Carla confessò più di quanto lei potesse ricordare.

Quando ritornarono dal loro viaggio, Corinna invitò il suo innamorato ad un motel per un triangolo con sua zia. Le due Donne lo spogliarono e lo legarono al letto, una lo leccava mentre lui leccava l’altra. Lo fecero venire ripetutamente fino a che il suo torace e lo stomaco non furono coperti di sperma. Poi si vestirono e lo lasciarono legato a gambe aperte sul letto. Poco prima di uscire Corinna chiamò sua moglie e le disse dove poteva trovare suo marito. Non si sentì mai orgogliosa di questo fatto ma sentì di aver riprestato il suo amor proprio. Se lui fosse stato onesto, lo sapeva, non lo avrebbe trattato tanto male. Carla rise per tre settimane.

Da allora poi, aveva tenuto il sesso in prospettiva e non lo aveva più confuso con chiaro di luna e rose. Dario stava divenendo qualche cosa di diverso, le difese di Corinna stavano cadendo lentamente ma inesorabilmente. Quanto più lei lo voleva considerare nulla più di una notte bollente tra le lenzuola, tanto più sentiva dei segnali di pericolo. Ma lei li ignorò e continuò aumentare il suo coinvolgimento con lui. Nessuno di loro chiese niente dell’altro, ma Corinna era pronta a restringere la sua vita sentimentale a lui e a lui solo, era lui che lo doveva chiedere. Ma lei sapeva che non l’avrebbe mai chiesto e lei ne era felice. C’erano ancora migliaia di Caroline nel mondo e come molti Roberti, Filippi e, forse, anche uno o due altri Professori universitari.

Carolina uscì dalla doccia e si strofinò con forza con un grande asciugamano. Le piaceva la sensazione della stoffa morbida che strisciava sulla sua pelle e continuò a strofinare a lungo anche dopo essere asciutta. I suoi seni formicolavano per l’eccitazione dell’asciugamano ed i capezzoli erano eretti e sensibili. Si leccò le dita e ne stuzzicò uno mentre continuava ad asciugarsi l’inguine con l’altra mano.

Dannato Alan, si disse.

Usciva con lui dal quasi un anno ed avevano sperimentato insieme una panacea completa di piacere, ma lui era divenuto tanto serio e possessivo e continuava a parlare di sposarsi e sistemarsi. Non era pronta per quello e sapeva che un matrimonio sarebbe finito in un disastro. Lui però non ascoltava e alla fine aveva rotto la loro relazione. Chiuse gli occhi e ricordò una delle loro ultime volte mentre l’asciugamano scivolava via e lei continuava strofinandosi il clitoride.

L’aveva legata al letto quella notte e le aveva fatto il solletico con una lunga penna. Dapprima era stato solo solletico ma poi la sensazione cominciò ad aumentare. Lui non aveva interrotto ma aveva continuato a far correre la lunga penna sulle sue parti più sensibili mentre lei strillava e si torceva sul letto. Quando era quasi pronta ad esplodere, lui si fermò e salì sul letto per ficcare il cazzo nella sua bocca. Mentre lo succhiava lui continuò a strofinare la penna sull’interno delle sue cosce e nella sua micia infiammata.

Lei venne mentre lui le allagava la bocca con la sua sborra e lei continuò a venire mentre lui lasciava cadere la penna ed infilava un dito nella sua micia sensibile. Lui sapeva come farla venire, ricordò il contatto delle sue labbra sul clitoride mentre si concentrava sul suo orgasmo crescente.

Abbassò lo sguardo all’inguine, immaginò la sua testa fra le sue gambe ma l’immagine si trasformò in capelli biondi e morbidi e la bocca divenne quella di Corinna mentre Carolina cominciava a venire.

Andò in camera da letto e si sedette sull’orlo del letto a mettersi i collant. Probabilmente avrebbe visto Dario quel giorno e si chiese come si sarebbe comportato con lei dopo la notte che loro tre avevano passato insieme.

Si chiese anche come avrebbe reagito se avesse saputo che progettava di incontrare Corinna da sole; aveva l’impressione che non se ne sarebbe preoccupato. Dario era così, lo sapeva che aveva fatto in modo che vedesse Corinna. Sorrise mentre indossava una maglietta morbida selle tette senza reggiseno e si chiese se Dario fosse bisessuale, come le sue donne. Sospettò che lo fosse e cominciò a formulare un piano nella sua mente.

Arrivata al lavoro, compose il numero di Corinna e fissò un appuntamento per il pranzo. A mezza mattina incontrò Dario per caso mentre andava a prendere un caffè.

“Ciao” gli disse sbarazzinamente. “Mi sei piaciuto la notte scorsa, sai come far passare ad una ragazza una serata diversa!”

Dario sorrise e si guardò intorno per assicurarsi nessun altro fosse a portata d’orecchio.

“Il piacere è stato mio” le disse.

“Io non ci scommetterei!” rise lei.

Anche lui rise.

“Anche a Corinna è piaciuto” disse lui. “Dovremmo rifarlo una volta o l’altra.”

“Conta su di me!” lei disse e ritornò in ufficio.

Incontrò Corinna a pranzo e dopo alcune chiacchiere, le disse quello che stava progettando, la ragazza ascoltò attentamente mentre Carolina parlava.

“Io pensavo che tu fossi interessata solo a noi due” disse alla fine. “Non avevo capito che eri interessata ad un quartetto.”

Carolina abbassò lo sguardo al tavolo e poi lo alzò verso Corinna.

“Non è cambiato niente” disse. “Io voglio un tete a tete con te, che ne dici?”

“Mi piacerebbe, penso” rispose sottovoce Corinna. “E anche il resto mi piace, mi piacerebbe vedere Dario in azione con un altro ragazzo e vedere se gli piace…”

“Oh mio Dio!” la stuzzicò Carolina. “Non mi dire che quel furetto ha raggiunto la tua porta posteriore!”

Corinna arrossì e guardò altrove. Carolina allungò una mano e la e mise sul braccio dell’altra Donna.

“Non pensare male, voglio dire che l’ho fatto un paio di volte, mi fa troppo male per me per godere completamente, ma Dario è così bravo!”

“Non è male” disse Corinna con un timido sorriso. “Ma non vorrei che diventasse la normalità.”

“Sei occupata stasera?” chiese Carolina.

“Lo sono, Dario mi porta a cena. Che tu lo creda o no, è la nostra prima volta. Ma potremmo stare insieme domani o la sera dopo.”

“Domani, allora. Vieni a casa mia dopo il lavoro per cena. Porta lo spazzolino da denti, se vuoi” aggiunse intrigante.

“OK” acconsentì Corinna col fiato che cominciava ad accelerare al pensiero. Il patto che le due donne stavano facendo la stava eccitando sorprendentemente, come lei potesse vedere che avveniva anche per Carolina.

“Mi sento come una scolaretta” rise tentando di rompere la tensione.

Carolina sogghignò.

“Ho bisogno di un altro drink” disse. “Mi fai fare cose strane.”

Ora era la volta di Corinna di ridere.

“Domani notte vedremo accadere cose strane!”

“Sarà come sempre, specialmente con te e Dario insieme stasera.””Per favore, Carolina, non essere gelosa, specialmente con uomini. Non penso di esserci pronta.”

“Chi io? Per niente. Sto solo pensando che tu potrai avere qualche bel colpo come quelli che vorrei io mentre tutto quello che io avrò sarà il mio fidato vibratore e la TV! Se hai bisogno di compagnia, dolcezza, chiamami!”

Carolina sorrise.

“Non aspettartelo” disse l’altra. “Che tu lo creda o no, questo sarà il nostro primo appuntamento e ho la sensazione che finirà bene.

Carolina accennò col capo saggiamente e si chiese se Alan avrebbe cambiato idea per una notte, non se la sentiva di passare la sera da sola pensando a Dario e Corinna.

“A domani allora” confermò. “Vieni verso le sei se ti va bene.”

Corinna sorrise.

“Non mancherei per tutto l’oro del mondo” promise.

Alan dimostrò di essere più costante di quanto Carolina sospettasse potesse essere, e lei cominciò a sospettare che avesse altri interessi che lo coinvolgevano. Pensò di andare in qualche locale per vedere se poteva essere fortunata, ma poi desistette. All’ultimo momento si vestì ed andò a vedere un film che avevano appena reclamizzato. Era un giallo e lei se lo godette completamente. Fu solo dopo aver lasciato il cinema che si rese conto che non pensava a Corinna da ore. A letto la visione della donna catturò i suoi pensieri mentre le sue dita la portavano ad orgasmi tremanti prima che il sonno la prendesse e dormì saporitamente fino a mattina.

Corinna si precipitò casa per fare la doccia e cambiarsi prima che Dario arrivasse. Odiava ammetterlo, ma era nervosa come non lo era stata dal primo appuntamento al liceo; quella sera si era trattato di un film ed un gelato, il grande evento fu un bacio davanti alla porta di casa. Con Dario, si chiese, come sarebbe finita! Tutti ciò che sapeva era che lei era terribilmente eccitata e attendeva con impazienza di vederlo.

Dario arrivò presto e la baciò mentre la faceva entrare in macchina. Non le disse dove stavano andando, ma si diressero per uscire dalla città e verso la costa. Quando si avvicinò al Castello, Corinna si rivolse verso di lui colpita. Il Castello era notoriamente costoso, aveva una pista d’atterraggio e si rivolgeva ad una clientela molto esclusiva. Infatti lei non aveva mai conosciuto qualcuno che ci fosse stato.

“È troppo costoso!” protestò.

“Non pensi di valerlo?” rise Dario.

“Questo non è il punto tu non devi farlo per me, voglio dire, sei molto caro, ma questo è troppo…”

Dario rise al suo balbettare.

“Sei pronta ad una serata caraibica?”

Corinna alzò le spalle e scosse la testa, evidentemente Dario aveva speso una fortuna per regalarle questo. Un addetto al parcheggio prese in consegna la macchina ed un uomo di mezza età li scortò alla loro suite privata per la cena.

Corinna non era preparato per quello che le si presentò.

Passando attraverso quella che sembrava essere una porta normale di una camera d’albergo, entrarono in una lussuosa suite con vista sul mare. Al centro della stanza una vasca colma di acqua fumante circondata da tende spesse di ciniglia. Grandi palme incorniciavano una lunga tavola con un incredibile assortimento di antipasti. Una soffusa musica reggae accentuava la bellezza del panorama col sole che tramontava nell’oceano. Corinna rimase pietrificata per un momento.

“È bellissimo!” disse sottovoce a Dario.

“Vieni con me?” e lui indicò la vasca dell’acqua calda facendo poi scattare un interruttore. Immediatamente la vasca cominciò a spumeggiare con turbolenza a causa dell’acqua agitata da getti d’acqua.

Si erano appena sdraiati nell’acqua calda quando un pannello che Corinna non aveva notato si aprì ed un’alta ragazza nera entrò. Indossava un brillante sarong tanto trasparente che, ad una seconda occhiata Corinna si accorse che sotto non indossava nulla; i piccoli, duri seni sbirciavano impudentemente attraverso la stoffa. Portava due drink di frutta.

“Punch delle isole” annunciò con voce tranquilla.

Quando si inginocchiò accanto alla vasca, Corinna sentì il leggero profumo del suo corpo, così come un aroma di qualche cosa d’altro,fievole ma deciso. Corinna guardò negli occhi marroni e profondi della ragazza e sorprese uno sguardo divertito. Sotto l’acqua che spumeggiava, il piede di Dario scivolò tra le sue cosce e la stuzzicò mentre lei portava la bibita gelida alle labbra.

“Mi chiamo Tasulla e sono dell’isola di Tatu, nelle Granadine” disse la ragazza con il cantilenante accento delle isole. “Sono qui per servirla stasera e sarò aiutata da Panna. Se vuole qualche cosa può chiamarci, saremo sempre qui vicino, ed ora si goda la sua bibita. Quando sente la campana, vuol dire che entrerò dopo poco. Vi dirò quando cena è pronta.”

Mentre si alzava per andare via Corinna ne vide la silouette contro il cielo serale. Le sue natiche erano sode e rotonde sotto il sarong e mentre avanzò con un sensuale movimento, Corinna vide l’ombra del suo cespuglio riccio. Notò anche che la sensualità della ragazza faceva breccia anche su Dario; sotto l’acqua il piede strofinò lentamente sulla sua fica mentre loro guardavano i globi rotondi di Tasulla scomparire attraverso il pannello.

“Ho pensato che avresti apprezzato questo luogo” disse Dario.

“Deve costare una fortuna! Come l’hai scoperto?”

Lui alzò le spalle.

“Affari” le disse. “È un’organizzazione piuttosto esclusiva, ma ci sono vari gradi di servizio, chiaramente, ma sempre improntati ad eleganza. È il tuo genere locale! Ti piace?”

“Sto aspettando di vedere Panna” sogghignò lei. “Presumo che sia l’equivalente maschile di quella bella creatura.”

“Lo scoprirai presto”, le disse Dario e si girò nella vasca calda per sedere accanto a lei.

Sotto l’acqua lei trovò il suo cazzo molle e lo strinse lentamente prima di scoprire che le sue palle galleggiavano nell’acqua calda. Senza preavviso lui prese il suo viso tra le mani e la baciò profondamente. Poi la strinse a se e stettero seduti quietamente con le braccia di uno intorno all’altro mentre l’acqua formava bolle frenetiche.

“Oh Dario!” lei bisbigliò. “Non voglio amarti!”

“È tutto OK” lui le disse. “Tu sai che sono pazzo di te. Siamo lo stesso genere di persone. Sarà meraviglioso.”

Lei seppellì la faccia nel suo collo e sentì le sue braccia stringerla. Lei non si sentì più la donna voluminosa che aveva sempre sentito di essere; invece si sentiva piccola, delicata e protetta nelle sue braccia. Rimasero fermi nella vasca calda e si baciarono di nuovo.

Questa volta le sue mani scesero alla sua parte posteriore e poi si agganciarono al retro del suo collo. Il suo pene non era più molle ma spingeva contro la sua pancia.

“Mi fai sentirsi così bene!” lei mormorò. Avrebbe voluto dire di più, molto di più, ma aveva paura di rovinare il momento.

Le mani di Dario si mossero ulteriormente e presto le prese le grandi natiche, attirandola vicino a se mentre continuava baciarla.

A Corinna piaceva che giocasse con la sua parte posteriore perché sapeva che lui apprezzava molto accarezzare i globi rotondi del suo culo. Il pene continuava a pigiare contro la sua pancia e lei fece scivolare la mano in basso a toccare la punta che la sondava.

Un campanello suonò da qualche parte.

“Oh dannazione!” esclamò Corinna. “Non ho mai fottuto in una vasca con l’acqua calda!”

Dario rise e la tirò giù nell’acqua facendola restare a gambe divaricate. Lei strillò per la sorpresa mentre il cazzo pigiava contro la micia e spinse verso il basso per permettergli di penetrarla.

“Tasulla ci sorprenderà!” lei rise e sentì il cazzo che scivolava lungo le pareti strette della fica.

“Gradirebbe un’altra bibita?” disse Tasulla da dietro a loro facendo gelare Corinna.

“Non adesso” rispose Dario. “Stiamo lavorando ad una nostra ricetta.”

La ragazza delle isole rise mentre Corinna ruotava le anche sul cazzo. Dario si alzò nel tentativo di spingere dentro di lei ed alzò il culo quasi al pelo dell’acqua. Corinna capì che la ragazza poteva vedere il cazzo dentro di lei ed arrossì quando si accorse che Tasulla non mostrava alcuna intenzione di lasciarli soli.

Invece sentì delle mani forti che massaggiavano il retro del suo collo e comprese che Tasulla era nella vasca con loro. Le mani la facevano stare bene come il corpo muscoloso di Tasulla che spingeva contro il suo fianco mentre sentiva Dario entrare sempre più profondamente dentro di lei. Nell’acqua si sentiva quasi senza peso. Le mani di Tasulla le stavano strofinando il didietro e scivolarono in avanti a prendere delicatamente le sue tette piene.

“Una bella signora per un uomo eccezionale” cantilenò la ragazza mentre accarezzava le tette di Corinna e le pizzicava i capezzoli.

“Oh Dio!” si lamentò Corinna mentre il suo orgasmo cominciava a crescere.

Dario già si stava muovendo in spasmi corti che le dicevano che stava per sparare profondamente dentro di lei e lei seppellì la faccia nel collo dell’uomo mentre veniva. Tasulla rise piano e fece scivolare la mano sotto l’acqua per carezzare la micia della donna.

“Com’è stato?” chiese Dario.

“Troppo! Mi fai cose che nessun altro pensa a farmi!”

“Affamato?”

Corinna accennò col capo guardando Tasulla uscire dalla vasca.

Era una statua d’ebano con seni brillanti e sode natiche rotonde; le cosce muscolose contornavano uno stretto cespuglio di ricci mentre raccoglieva una stoffa e l’avvolgeva intorno a Corinna.

“La cena sarà pronta fra poco” disse la ragazza e lasciò la stanza portando con lei il suo vestito succinto.

“Quello fa parte del servizio?” chiese Corinna mentre guardavano la ragazza di colore uscire ondeggiando dalla stanza.

“La cena completerà la fantasia” le disse Dario. “Tasulla è ben addestrata e molto brava.”

Si asciugarono e si vestirono mentre Tasulla ancora una volta entrava nella stanza. Questa volta era accompagnata da un giovane di colore che indossava pantaloni stretti ed una camicia a colori aperta in vita. Spingeva un grande carrello che conteneva la loro cena.

“Cosa aspettiamo? Sono morta di fame!” Disse Corinna.

“Mi sembra che si tratti di capretto condito con curry” le disse Dario. “Ma qualunque cosa sia, sono sicuro che sarà delizioso.”

Loro parlarono quietamente mentre mangiavano, le parole fluivano con facilità. Lui le disse del suo divorzio e dell’infelicità che era seguita, lei parlò con calma della sua vita e delle sue speranze.

“Non ho mai pensato di sposarmi di nuovo perché non ho mai creduto di poter essere fedele ad una sola persona” confidò lui. “Penso che questo voglia dire qualche cosa.”

Lei sorrise ed evitò i suoi occhi.

“Io la penso allo stesso modo, pensi di poter sostenere lo sguardo di tua moglie mentre chiavi con qualcun altro?”

“Non pensavo così, ma ora non ne sono sicuro. Passare la vita sessuale solo con uno persona non sembrerebbe andar bene” lui le disse. “Qualche volta mi piacerebbe vederti con un altro uomo.”

Corinna lo guardò.

“Qualche volta mi piacerebbe vederti con un altro uomo!” lo sfidò.

Dario arrossì.

“Dipende dall’uomo”disse con un’alzata di spalle. “In questo momento non riesco pensare a nessuno che possa rendere reale la tua fantasia.”

Corinna guardò nel piatto. Una delle sue fantasie segrete era essere presa da due uomini, una volta l’aveva realizzata, ma gli uomini erano nervosi e si intimidivano l’un l’altro; in seguito si chiese se sarebbe stato diverso se fossero stati bisessuali. Ricordò la sensazione dei cazzi che esploravano allo stesso momento la sua micia e la sua bocca e rabbrividì.

Si accoccolarono su un largo divano bevendo un liquore dolce mentre Panna e Tasulla sparecchiavano. Mentre i due si muovevano per la stanza, lei notò che i pantaloni di Panna erano fatti della stessa stoffa sottile del sarong di Tasulla. Era in grado di vedere il cazzo che giaceva grosso e lungo contro la coscia e lo fissava come affamata. Dario vide il suo interesse e le strofinò dolcemente il seno mentre lei seguiva con lo sguardo il giovane.

“Mi spiace!” si scusò lei quando si rese conto di quello che stava facendo. “Devi pensare che sono tremenda!”

“Stavo chiedendomi quando saresti arrivata al vero divertimento della serata” rise Dario. “Panna e Tasulla pensano che sei una signora molto bella, ed anch’io lo penso!”

“Mi sento felice!” Disse Corinna e mise la testa sulla spalla dell’uomo, lo sentì muoversi e decise di chiudere gli occhi ed aspettare.

Qualche attimo più tardi fu ricompensata da morbide mani che le sbottonavano la camicia e le prendevano i seni. Quando aprì gli occhi vide Panna nudo davanti a lei che le stava togliendo delicatamente i vestiti. Il suo grosso cazzo pendeva e la testa nera splendeva come una grande susina.

Dietro di lei Fasulla, anche lei nuda, era in ginocchio e stava abbassando i pantaloni di Dario con una mano mentre con l’altra gli accarezzava l’uccello rigido.

“Ti piacciono?” chiese lui.

“Sono belli!” sospirò lei. “Guarda com’è bello il suo cazzo!”

Tasulla si inginocchiò e la guardò.

“Panna pensa che lei sia molto bella, Signora” disse timidamente, ed il giovane guardò ansiosamente verso Corinna.

Lei si chinò in avanti a baciare la testa del suo pene enorme facendo incontrare la lingua con la piccola fessura. Accanto a lei Fasulla si riempì la bocca col cazzo di Dario. Panna si inginocchiò e seppellì la faccia tra le cosce di Corinna cominciando a leccarle la micia. Senza preavviso lui si fermò e Tasulla prese il suo posto.

Il tocco della ragazza era gentile ed eccitante quando la lingua incontro la fessura segreta di Corinna, ma Panna stava interessandosi anche di più al cazzo di Dario che ingoiò mentre i suoi ventidue centimetri sporgevano in fuori. Mentre Tasulla le leccava la fica, Corinna allungò una mano e cominciò ad accarezzare il cazzo nero ed enorme che aveva di fianco. Gli occhi di Dario erano chiusi e godeva dello straordinario pompino che gli stavano facendo. La ragazza si girò e catturò il cazzo enorme tra le sue labbra meravigliandosi della sensazione spugnosa della cappella. La punta della lingua aprì la fessura e lei assaggiò la leggera salinità del chiaro fluido. Quando lo succhiò più profondamente sentì lo spasimare dei muscoli di Panna. Concentrandosi, prese completamente il cazzo dell’uomo profondamente nella sua gola e sentì i peli delle sue palle contro la guancia.

Tasulla stava facendo qualche cosa di interessante al suo micio soffiandoci dentro e poi succhiando; non gliel’aveva mai fatto nessuno prima si allora e la cosa ripetuta stava inviando sensazioni misteriose su e giù per la sua schiena mentre lei succhiava il cazzo palpitante. Gettando uno sguardo in basso vide le mani della ragazza occupate sul proprio corpo mentre lavorava la morbida fica di Corinna. Panna gemette quando lei abbandonò il suo cazzo e si girò per abbrancare le anche della ragazza. Tasulla si sposto a coprire la bocca di Corinna con la sua micia ed alzò un ginocchio per permetterle di vedere i due uomini succhiarsi l’un l’altro nella posizione del 69.

Corinna singhiozzò quando cominciò a venire e succhiò impazientemente il clitoride di Tasulla finché non sentì dei tremori scuotere il corpo della bella ragazza come stava facendo il suo. Accanto a lei Dario spingeva furiosamente nella bocca di Panna e riempiva la sua col la verga enorme dell’uomo. Quando cominciò a contorcersi sotto i tormenti del suo orgasmo sotto, smise di succhiare e massaggiò il lungo pene fino a che una grande fontana di sperma bianco non cominciò a spruzzare coprendo le due donne di appiccicosa sborra. Un fiotto spesso atterrò sulla guancia di Tasulla e Corinna lo leccò sensualmente assaporando il gusto forte di sperma maschile. Si piegò a leccare il cazzo di Panna per pulirlo, dopo di che baciò profondamente Dario perché la sua lingua gli portasse il gusto dello sperma.

“Wow!” disse la ragazza.

Dario rise.

“È stata soddisfatta la tua curiosità?”

“Per il momento, comunque. Ci sono sicuramente molte altre cose che devo imparare su di te!”

“Scommetto che Panna non è mai stato succhiato così in vita sua!”

Il giovane sogghignò timidamente e Corinna guardò il suo cazzo che giaceva flaccido lungo la coscia. Allungò una mano e lo carezzo sentendo il sangue che cominciava a precipitarsi di nuovo a gonfiarlo. Accanto a lei Tasulla rise e sentì le mani della ragazza che le carezzavano il culo. Il cazzo di Panna continuò a crescere finché lui non ebbe ancora un’erezione completa. Si girò e lei aprì le cosce per lui; il cazzo enorme la penetrò rapidamente e facilmente, allargandola e spingendo contro la cervice. Lei allargò ancora di più le gambe e sentì le palle pelose accarezzarle la pelle tenera del culo quando lui cominciò a fotterla. Lei chiuse gli occhi ed assaporò ogni centimetro della lunga verga che stava allargando la sua micio a limiti impossibili.

Tasulla si era voltata, stava accarezzandoli dove erano congiunti e portò la micia all’altezza degli occhi di Corinna. Lei guardò le belle gambe marroni aperte per mettere in mostra le labbra nere che circondavano una micia rosa ed ardente. Il cazzo bianco di Dario scivolò tra le labbra di velluto e scomparve nel buco bagnato sotto lo sguardo di Corinna. Il ritmo dei due che stavano chiamando era dato dalle spinte profonde di Panna e lei si accorse che Dario stava accarezzandole una tetta mentre fotteva Tasulla.

Lentamente e gradualmente Panna aumentò il ritmo e Corinna divenne meno consapevole di Dario e Tasulla anche se i loro genitali scivolosi erano a pochi centimetri dalla sua faccia. Tutta la sua attenzione era rivolta al cazzo enorme e capì Panna era pronto a venire. Anche al suo orgasmo mancavano pochi momenti e quando l’uomo cominciò ad emettere suoni frenetici ed a spingere profondamente dentro di lei, avvolse con forza le cosce intorno a lui e mosse il culo su e giù con un movimento rotatorio per farsi fottere più profondamente e più forte. La sua micia si contrasse ripetutamente mentre lei mungeva il grosso cazzo come la tetta di una vacca e sentiva un fiume di sborra schizzare fuori dalla sua fica e scaricarsi nella fessura del culo.

Dario aveva messo Tasulla sulle ginocchia e la stava prendendo da dietro. Corinna guardò il suo cazzo che andava dentro e fuori e baciò impulsivamente il clitoride e l’asta che spingeva col sacco grinzoso pendente. Dario si lamentava e lei poteva vedere liquido bianco che colare lungo il cazzo che pistonava quando lui sparò la sua sborra. Quando l’uccello scivolò fuori, lei baciò la fica spalancata e lo sperma di Dario le allagò la bocca. Tasulla si appoggiò al torace di Panna mentre riprendeva fiato. È probabile che fossero dei professionisti, pensò Corinna tra di se, ma quella notte erano stati saporitamente fottuti!

“Quando porti una ragazza a cena, le fai girare veramente la testa!” gli disse mentre tornavano a casa.

Dario rise a quell’uscita.

Mi piace stare con te!” le disse. “Sei la donna più eccitante che penso di aver mai incontrato.”

“Più eccitante di Tasulla?”

“Lei è una professionista addestrata, tu sei vera. Inoltre io penso che tu sei più bella, sei il mio tipo di donna.”

“Questo perché hai portato Carolina a casa tua e mi hai permesso di guardare mentre la chiavavi, penso. Anche questo è un genere di corte, penso sia una cosa corretta, alla fine l’ho fottuta anch’io!”

Dario rallento e si girò a metà verso Corinna.

“Non voglio dire cose cattive ma Carolina è stato molto tempo fa e così anche Susy. Adesso è diverso, tu sei abbastanza donna per tenere occupato qualsiasi uomo! Io non sono il tipo da una donna sola, è probabile che tu l’abbia notato, e tu non sei una donna da un uomo solo. Penso che possa andare bene ora, se lo vorremo domani faremo qualche cosa di più normale.”

Corinna tacque ricordando il suo appuntamento con Carolina. Si pentì, Dario stava cominciando a dire cose giuste e lei non aveva nessun desiderio di coinvolgere nessuno cosi volubile come Carolina in quello che prometteva di essere un vero amore per lei.

“Qual’è la questione?” chiese Dario. “Vado troppo forte per te. Pensavo che tu volessi che fossi sincero.”

“Oh Dario” lei ansò “Mi spiace, stavo solo pensando a altro, quello che stavi dicendo è meraviglioso, io sento lo stesso per te. Solo avevo altri progetti per domani e mi sto chiedendo come disdirli, mi piace stare con te!”

Lei mise la mano sul suo braccio mentre parlava e poi lo fece scivolare nella camicia per carezzargli il torace nudo. Lui mise un braccio intorno a lei e poi lo fece scivolare sotto l’orlo della camicia e le prese un seno, le sue dita giocarono col capezzolo mentre guidava.

“Non cambiare i tuoi progetti, lo faremo la notte seguente e, se vuoi, possiamo passare insieme il fine settimana. Sono sicuro che troveremo qualche cosa da fare! O qualcuno!”

Corinna rise e fece corse la mano tra le sue gambe per sentire la protuberanza del cazzo molle. Rimasero in silenzio a lungo, assaporando il piacere di essere vicino all’altro.

Quando la macchina fermò di fronte alla casa di Corinna, lei lo avvolse con le sue braccia e lo baciò appassionatamente.

“Vuoi entrare?” chiese.

“È tardi” le disse addolorato “e domani dobbiamo lavorare. Faremo meglio a riservarlo per un altro giorno, non penso che passerà molto tempo.”

Lei sorrise ed aprì la porta della macchina.

“Lascia aperta la tenda” lei gli disse. “Voglio vederti mentre ti prepari per andare a letto.”

Quando fu pronta per la notte, scivolò in un accappatoio e guardò fuori dalla finestra. Dario la salutò con una mano, era nudo sdraiato sul letto. Il suo cazzo ancora era molle e gli pendeva tra le gambe aperte. Lei gli ritornò il saluto e lasciò che l’accappatoio scivolasse giù dal suo corpo. Sapeva quanto gli piacesse il suo culo e ci fece correre sopra le mani sapendo che lui stava guardando ogni sua mossa. Strisciò lentamente sul letto mettendo in mostra la carne morbida tra le cosce mentre si stendeva, poi spense la luce.

La luce di Dario rimase accesa per alcuni minuti mentre assaporava il pensiero della serata e di Corinna; lei era più che attraente, era la donna più eccitante che avesse mai conosciuto e si chiese se lei avesse idea di quanto lui ne era attirato. Si strofinò lentamente il cazzo ricordando quando si muoveva dentro e fuori di lei. Ora lei probabilmente stava sdraiata a guardare il buio e pensando a lui. Si alzò e gli balenò l’idea di andare al suo appartamento a fotterla, ma

pensò che era meglio desistere, meglio non esagerare!

Corinna arrivò all’appartamento di Carolina dopo aver molto tentennato, non voleva inimicarsela, ma la sua nascente relazione con Dario rendeva un incontro di sesso, come Carolina faceva pensare, una cosa piuttosto goffa. Se fosse stata un altro uomo, avrebbe rifiutato immediatamente. Ma il triangolo con Carolina era stato sufficientemente eccitante per suscitare la sua curiosità.

“Non sono nient’altro che una fessura focosa!” si disse pensando al suo passato; riconosceva di non aver mai sedotto realmente, ma di essere stata una seduttrice passiva. La sua prima relazione con Caty era stata un lungo accerchiamento da parte dell’altra e ricordò quanto tempo impiegò per capire le intenzioni di zia Carla; Corinna amava il sesso in tutte le sue forme ed ogni volta provava qualche cosa di nuovo, sembrava sempre trovare qualche cosa d’altro che le piaceva.

Mentre suonava il campanello di Carolina, il suo stomaco si riempì di farfalle svolazzanti che aumentarono di numero mentre la porta si apriva e Carolina compariva indossando un vestito attillatissimo che abbracciava il suo corpo come

un’altra pelle e mostrava ogni fossetta e pelo, era veramente incredibile.

“Che te ne pare del mio abbigliamento?” chiese ammiccando.

“Grande!” disse Corinna. “Mi piacerebbe indossare qualche cosa del genere ma sembrerei la grande balena bianca!”

Carolina le diede un bacio allegro e strinse la parte posteriore.

“Se indossassi qualche cosa del genere ti stuprerei subito” disse chiudendo la porta.

Corinna carezzò il posteriore dell’altra ragazza e sentì la calda carne sotto la stoffa scivolosa.

“Magari non vorresti” rispose.

“Ho comprato qualche cosa per te” le disse Carolina, mentre indicando un pacco sul sofà. “Non conoscevo la taglia, così se lo provi mentre io finisco pi preparare la cena…”

Corinna disse che non era il caso ma aprì il pacco. Dentro c’era un vestito simile a quello di Carolina.

Si guardò intorno e cominciò a sbottonarsi la camicia mentre l’altra donna andava in cucina. Mentre si cambiava, Carolina mantenne una conversazione leggera chiacchierando del tempo, del suo lavoro e dell’ultima vacanza. Corinna si sentiva nervosa e sentiva le farfalle aumentare mentre usciva fuori dai suoi vestiti e faceva scivolare la sottile, leggera stoffa scivolosa sul suo corpo.

Guardando nello specchio capì perché Carolina l’aveva comprato. I suoi seni erano in rilievo e poteva vedere le tracce di ogni piccola protuberanza intorno ai capezzoli. I peli pubici erano un’ombra scura che si muoveva provocantemente quando camminava e, voltandosi, vide il suo culo tondo e sodo. Mettendo le mani alle anche, contrasse i muscoli delle natiche e vide la stoffa sobbalzare mentre le chiappe si rilassavano e si contraevano. Era la cosa più sexy che avesse mai aveva portato.

Un fischio dietro di lei segnalò l’approvazione di Carolina.

“Stavo quasi per dire che la cena è pronta, ma penso che preferirei mangiare te

piuttosto!” disse facendo correre le mani sulla vita e sulle anche di Corinna.

Corinna la circondò con le braccia e le prese le natiche, sentendo il caldo corpo contro il suo.

“Mi piacerebbe” bisbigliò raucamente. Le farfalle stavano volando in alto.

Carolina si districò subito.

“Vieni! Prima mangiamo. Se comincio vado avanti tutta la notte!”

Corinna rise e la seguì nella piccola stanza che serviva da sala da pranzo. Il suo appetito non era per il cibo, ma vide che l’amica si era sforzata a preparare un pasto che fumava e sembrava delizioso. Si sedettero e Carolina versò due bicchieri di vino bianco.

“Alla nostra amicizia molto speciale.”

Corinna la guardò negli occhi mentre centellinava il delizioso vino. Non aveva alcun dubbio su come sarebbe trascorsa la notte. Mentre Carolina servì il cocktail di gamberetti, Corinna guardò i suoi piccoli seni muoversi sotto il vestito sexy.

“Sembra delizioso!” disse e l’assaggiò. “Mmm! È meraviglioso.”

“Mi piace cucinare, ma non ne ho l’opportunità spesso. Ho pensato che l’avresti apprezzato stasera. Mangia, ragazza. Avrai bisogno di energia!”

Mentre mangiavano, Corinna vide che Carolina stava fissando apertamente i suoi seni.

“Ti piacciono?” chiese.

“Cosa? Oh, mi spiace. Penso di essermi lasciata trasportare. Sei eccezionale e fra poco ti mostrerò quanto mi piacciono.”

“Mi hanno già provocato dei guai” rispose Corinna piano e le racconto delle sue prime esperienze con Caty, aggiungendo solo qualche dettaglio per animare la conversazione. Mentre parlava di Caty, immagini del corpo nudo di Carolina riempirono la sua mente e si sentì diventare bagnata, sempre più bagnata.

Anche Carolina stava sentendo gli effetti della storia di Corinna, versò a tutte e due un bel bicchiere di vino e suggerì di trasferirsi in soggiorno dove stava suonando una musica soffusa.

“Posso aiutarti a sparecchiare?” chiese Corinna.

“No, mettiti comoda, porterò il dolce e potremo continuare la nostra conversazione. Ci sono delle fotografie nell’album sul tavolino, se ti piace guardare le foto.”

Disse le ultime parole ammiccando e Corinna capì che avrebbe dovuto guardare l’album prima di tutto.

“Carolina! ” fischiò.

L’album era colmo di fotografie di Carolina in tutte le pose di abbandono sessuale con diverse di persone. Nella prima, lei e quattro uomini costituivano una configurazione interessante mentre due altre donne guardavano. Un’altra fotografia mostrava le quattro donne che formavano una connessione a margherita intricata con Carolina in una posizione importantissima tra due di loro.

Una sezione completa mostrava Carolina ed un bel giovane. Non c’era nessun altro

Nelle foto e Corinna era sicura che si erano ripresi con l’autoscatto.

“Quello è Alan” disse Carolina detto sedendosi accanto a lei. “Il miglior chiavatore che abbia avuto, riusciva a tenerlo duro per ore!”

Corinna sentì il suo profumo ed anche l’odore evidente di micia eccitato, proprio come lei! Girò la pagina e vide Alan che la sfotteva alla pecorina, Carolina che gli faceva una sega ed Alan che puliva con la lingua la figa di Carolina.

“Non posso credere che tu abbia tutte queste foto” disse Corinna. “Cosa succede se qualcuno te le scopre?”

“Normalmente le tengo sotto chiave, le ho tirate fuori questa sera perché ho pensato che ti sarebbero piaciute.”

“Sei una piccola bomba sessuale!” rise Corinna. “Qual’è la cosa più eccitante che hai fatto?”

Carolina rise.

“Non so. L’ho fatto in treno con cinque ragazzi quando avevo diciannove anni” lei disse, “ma Le Farfalle è molto più eccitante.”

“Le Farfalle?”

“Una specie di club a cui appartengo. Ci troviamo ogni due mesi e festeggiamo. Siamo tutti bisessuale e tu sai quanto può essere divertente!”

Corinna accennò col capo ma non ebbe la possibilità di profferire parola perché la bocca di Carolina scese sulla sua, le lingue si frustarono l’un l’altra freneticamente. Le mani di Carolina errarono sulle grandi tette di Corinna e lei, a sua volta, accarezzava i capezzoli dell’altra ragazza e li sentì diventare rigidi e duri. Senza interrompere il loro bacio, si strapparono il vestito l’un l’altra e Corinna fece scorrere una mano verso il basso lungo il corpo liscio di Carolina, fino al culo liscio, stretto.

“Che bello! ” Mormorò Corinna quando finalmente interruppero il bacio, Carolina scivolare verso il basso e cominciò a succhiare un capezzolo eccitato; poi scivolò ulteriormente in giù finché non si trovò inginocchiata sul pavimento tra i piedi di Corinna, la guancia abbandonata sullo stomaco dell’altra ragazza.

“Sdraiati indietro ed alza le gambe” disse.

Corinna obbedì e guardò in giù. Carolina si rivolse alla fica aperta e catturò il clitoride gonfio tra le labbra. La lingua bagnata si mosse languidamente dal nido ricco di peli all’ano corrugato e poi ritornò.

Corinna chiuse gli occhi in estasi mentre la lingua di Carolina correva dentro e fuori della sua micia ed un dito bagnato le solleticava il buco del culo. Carolina la succhiò e leccò come nessuno faceva da molto tempo. Dario con la sua

lingua esperta o Susy con la sua bocca ansiosa, si erano avvicinati a darle quel piacere concentratissimo ed il suo orgasmo si avvicinava.

Carolina scivolò su di lei e la baciò di nuovo. Corinna poteva sentire il sapore della sua fica sulle labbra dell’altra ragazza e le prese le natiche mentre rispondeva al bacio; poi sollevò il corpo e scivolò in ginocchio accanto al sofà. Toccava lei!

Alzò la gamba all’amica, depose un bacio con tutta la bocca sulle labbra sporgenti della fica ed assaporò i succhi che ne uscivano. L’odore di Carolina era un po’ più forte del suo, ma esaltò la sua libidine e prese il grosso clitoride della ragazza fra le labbra e fece correre la lingua lungo l’intera lunghezza; quindi aprì le piccole pieghe con la punta e la leccò fino in fondo. Carolina si torse e strillò mentre Corinna la lavorava. Spingendo i talloni contro la schiena di Corinna, venne violentemente ansando e rabbrividendo mentre l’altra donna non le dava requie ma pigiava la faccia nella fica e scuoteva la sua testa come se fosse posseduta dal demonio.

Finalmente caddero indietro esauste, la guancia di Corinna pigiata contro la coscia bagnata di Carolina.

“Mio Dio, come sei brava!” esclamò Carolina. “Non venivo così da anni, nemmeno col vibratore!”

“Non mi dire che usi il vibratore!”

“Sicuro. È il miglior amico di una ragazza. Non ne hai uno?”

Corinna scosse la testa mentre si districavano e si alzavano dal sofà.

“Vieni” rise Carolina. “La notte sta cominciando solo ora!”

Nella sua camera da letto Carolina le mostrò la sua raccolta di dildo con stupore di Corinna. Ce n’erano di tutte le taglie e colori, alcuni così “veri” da spaventarla. All’insistenza di Carolina, ne scelse uno, una replica di un pene di 22 centimetri che sembrava impossibilmente grosso, anche se Carolina le assicurava che si sarebbe adattata bene. Quando lo prese, si accorse che era fatto di una sostanza gommosa che dava la stessa sensazione di uno vero. Carolina accese un interruttore alla base e si animò, vibrando e contorcendosi nella sua mano.

Carolina la condusse al largo letto e cominciò a baciarla lentamente e sensualmente dalla testa all’ombelico. Le sue dita giocarono con la micia dell’amica mentre le succhiava le tette e le carezzava la pelle liscia. Il suo cespuglio peloso strofinava contro la coscia di Corinna e lei aprì le gambe per fare in modo che le labbra bagnate stendessero una pista bagnata di succo di micia lungo la gamba della donna, Corinna alzò un ginocchio e lasciò che due dita scivolassero delicatamente nella sua fica mentre la lingua di Carolina turbinava intorno alla fossetta del suo ombelico e fra i morbidi peli pubici.

Carolina sostituì le sue dita con il dildo palpitante e Corinna ansò mentre il cazzo vibrante penetrava la sua vagina, allargandone le pareti ai limiti della loro possibilità. Qualche attimo più tardi ne sentì un secondo giocare sul suo clitoride mentre Carolina ruotava sul letto per portare la sua micia gocciolante alle labbra dell’amica. Mentre Corinna succhiava il clitoride della ragazza, prese il dildo che strofinava il suo clitoride dalla mano di Carolina e lo inserì lentamente nella micia della ragazza. Carolina strillò eccitata e ruotò la sua pelvi sulla bocca di Corinna. Il suo forte odore di donna richiamò una sensazione impetuosa in Corinna che guardava il grosso vibratore che scivolava dentro e fuori della sua fica. Il culo di Carolina era alto e vulnerabile e Corinna lo solleticò con un dito bagnato mentre lei apriva le gambe il più possibile. Senza esitazione Carolina cominciò a fare un ditalino al culo di Corinna che le ritornò il favore con gusto mentre un altro orgasmo saliva dentro di lei.

Le due donne si contorcevano e rabbrividivano in estasi e la mente di Corinna si spostava dalle fantasticherie sulle carezze febbrili di Caty alla presenza bruciante del tocco estremamente esperto di Carolina. Il sapore pesante e l’odore di fica si attardavano nella sua bocca e quando si baciarono, sentì il sottilmente diverso gusto rispetto a quello della sua micia sulle labbra di Carolina.

Era stata Caty la prima a pensare di sfregare insieme le loro fiche, ma era stato lei a trasformarlo in un lussurioso e sensuale bacio.

Quella notte fu Carolina a compenetrare a forbice le loro gambe finché la sua fica bagnato pigiò su quella di Corinna, le labbra aperte e pulsanti di desiderio. Si mossero l’una contro l’altra in cerchi lenti assicurando il pieno contatto di una vulva sull’altra e sul clitoride. Mentre si muovevano, Carolina prese uno dei piedi di Corinna e ne succhiò le dita una alla volta e Corinna fece lo stesso. I loro succhi fluivano e si mescolavano ed ognuna sperimentò un orgasmo dopo l’altro. Alla fine crollarono, esauste.

Corinna si svegliò e si stirò. Carolina era sdraiata scompostamente accanto a lei, russando leggermente; si alzò senza far rumore dal letto ed andò in bagno. Seduta sul water si esaminò e vide che le labbra della micia erano gonfie e rosse. Fece la pipì e si accarezzò dolcemente con la carta igienica. Le labbra di Carolina ed i peli irti della fica avevano stressato la sua carne morbida. Guardando verso il letto poteva vedere Carolina che dormiva sulla schiena con le gambe larghe. Le labbra della sua micia erano scuri ed aperte e il suo clitoride gonfio e prominente. Se Corinna non avesse già avuto una notte così soddisfacente, sarebbe stata tentata di assaggiare di nuovo quei petali dolcissimi.

Invece scivolò piano nella sua gonna e nella camicia, infilando nella borsetta mutandine e collant. Delicatamente baciò i capezzoli della ragazza sdraiata e poi le labbra.

“Buona notte, Carolina” bisbigliò e le rispose un caldo lamento.

Fuori sentì il tepore dell’aria serale contro la pelle nuda e scivolò in macchina. Mentre guidava verso casa sentiva ancora il sapore forte della micia della ragazza sulle sue labbra e poteva ricordare l’eccitazione di fare un amore così illecito; continuava a pensarci e la sua micia cominciò ancora una volta a colare. Questa volta però stava pensando a Dario, al modo in cui l’aveva chiavata l’ultima volta che erano stati insieme ed al modo in cui l’aveva tenuta abbracciata dopo che la passione era passata.

FINE

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