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Gli zingari

La mia seconda volta, è stata una avventura sessuale molto simile alla prima, perché anche cercata, erano passati alcuni mesi dalla prima volta, dalla bici ero passato al motorino il mitico beta camoscio 50, avevo più possibilità di muovermi e di allontanarmi a esplorare stradine nuove, nel mio girovagare sull’argine dell’Arno, capitai in un punto dove c’erano molti campi lavorati, e io guardavo i contadini che ci lavoravano sperando di trovare qualcuno da guardare tipo orso, e cercavo di capire se qualcuno di loro poteva essere il tipo che cercavo, ma non notavo alcun interesse da parte loro, e io non facevo niente per attirare la loro attenzione, perché volevo che la cosa fosse assolutamente casuale. Nel fra tempo comunque mi soffermavo di più specialmente quando c’è ne era uno in particolare, che mi faceva fantasticare da farmi rizzare il cazzo, era un uomo sulla 40ina, non era tanto alto ma era molto robusto, per capirci un metro cubo era spesso vestito con salopette di jeans e canottiera bianca, dalle spalline della canottiera uscivano delle spalle larghe e robuste con dei trapezi che accorciavano la lunghezza del collo da farlo diventare un bel collo taurino, un viso solcato dalle giornate passate sotto il sole con una carnagione che sembrava ancor più abbronzata dalla barba nera di due o tre giorni, mi alluzzava, poi le bretelle della salopette evidenziavano un torace possente e dalla scollatura della canottiera usciva un folto pelo riccio, nel vedere quell’uomo io rimanevo li a fantasticare immaginando come poteva essere nudo, stavo li in contemplazione per un tempo sufficiente “ pochi minuti” per farmi masturbare e godere come un maiale. Ogni volta che uscivo in motorino passavo da lì con la speranza di vederlo per poi quando rientravo a casa mi chiudevo come al solito in bagno a immaginarmi che prestazioni e orgasmi poteva avere chiavando la sua compagna, con la sua maschia virilità che trasudava dai suoi pori, io mi sarei visto volentieri sotto quell’orso al posto di sua moglie cercando di esaudire tutte le sue richieste con piacevole sottomissione, e pensando e ripensando non potevo che spararmi seghe a ripetizione fino al punto che non si rizzava più da quanto mi spompavo. I pomeriggi dopo la scuola li trascorrevo percorrendo sempre quelle stradine di campagna, nel fra tempo mi accorsi che si erano accampati li vicino delle famiglie di zingari erano in due roulotte, la cosa mi diede un po’ fastidio per l’eventuale presenza di altre persone in zona che la facevano diventare meno privata, dato che prima del loro arrivo eravamo lì io il motorino e l’orso contadino. Piano piano mi ci abituai alla loro presenza che alla fine non ci facevo più caso. Un bel giorno d’autunno nel passare vidi che nell’insediamento dei rom cera del movimento sospetto io curioso mi avvicinai tenendomi a debita distanza nascosto dalla vegetazione, vidi che tutto quel trambusto non era che una orgia fra due uomini e una giovane donna, si erano sistemati sul retro della roulotte al sicuro dalla visuale di chi poteva passare sull’argine ed erano intenti a pomiciare, i due uomini avevano un aspetto molto più maturo rispetto a lei quasi sicuramente il doppio o anche più, avevano una carnagione olivastra molto pelosi robusti con delle pance voluminose coperte da folto pelo, lei era molta giovane e ben fatta riuscivo a vedere di tanto in tanto le sue tette che erano sode e grosse, mentre io osservavo diciamo il più vecchio, che gli allargò le gambe e penetrò dentro di lei la sua pancia sbatteva su di lei facendo capire quanta irruenza ci metteva nel penetrarla le dimensioni del suo coso non potevo notarle dato la mia distanza, mentre lui se la chiavava, l’altro anche lui di aspetto simil orso glielo sbatteva sul viso fino a che lei non incominciò a succhiarglielo, poi di tanto in tanto si cambiavano di posizione fu un susseguirsi di posizioni che mi sembrava di vivere del vivo le sequenze delle vignette dei miei fumetti porno, tutto questo avveniva mentre io cosa facevo……. Tiravo fuori il mio uccello che fremeva sotto gli slip e iniziavo a maneggiarlo ma data l’eccitazione che bastavano pochi su e giù che io sborravo quantità immense di caldo fluido, godevo come una vacca, rimanendo lì tutti il tempo a vedere quei tre che si divertivano fino alla fine, mi accorsi anche che loro nel momento che si rivestirono si accorsero della mia presenza io preso dal panico lo rinfilai dentro e come un fulmine scappai in sella al mio motorino, mentre mi allontanavo velocemente pensavo che cosa mi fosse successo se mi rincorrevano e mi acciuffavano dato che dicerie sul conto dei rom venivano dette di continuo, ma anche quell’ultima situazione era eccitante e l’adrenalina saliva, dopo essermi allontanato a sufficienza il mio pensiero era rivolto alla giovane donna che era stata oggetto di quei due orsi, di come godeva ad essere posseduta, chiavata, inculata, a spominare i loro arnesi, che mi rimase che di nuovo chiudermi in bagno e ripetere il solito rito della mega sega. Feci passare diversi giorni prima di avventurarmi di nuovo laggiù, speravo che nel fra tempo l’accampamento non ci fosse più come erano arrivati fossero partiti, ed io potevo continuare la mia platonica storia con il contadino, niente affatto loro erano ancora lì, non sapevo cosa fare se proseguire o cambiare tragitto, ero combattuto avevo paura che mi riconoscessero e non sapevo cosa poteva succedere in proposito, mi feci coraggio anche perché una decina di giorni erano passati e non mi curai tanto di più della loro presenza, prosegui sul viottolo che mi portava sul luogo del bel contadino, arrivai sul posto e con delusione mi accorsi che nei campi non cera nessuno, misi il motorino sul cavalletto e mi accesi una sigaretta, con lo sguardo rivolto ai campi con la speranza di vederlo arrivare, in questo tempo non mi accorsi che dal lato opposto da cui ero arrivato era in arrivo uno dei due gitani che avevo spiato a suo tempo. Fui attraversato da dei brividi di paura mi domandavo io l’ho riconosciuto lui mi avrebbe riconosciuto e se si cosa sarebbe accaduto? Mi misi in posizione tattica di eventuale fuga, ma anche con non curanza di attirare la sua attenzione, facevo l’indifferente, fumando la sigaretta. Ma l’impensabile come nei film avviene sempre, con la coda dell’occhio vidi che era a pochi passi da me, io intento a fumare e a guardare il panorama che mi senti chiedere se avevo da accendere, mi girai con la sigaretta in bocca e feci per passargliela per accendere la sua, avevo il capo chino per evitare che lui potesse riconoscermi, al momento che l’accese dissi dentro di me è fatta ora va via, invece incominciò a farmi delle domande sul tipo che cosa ci facevo lì da solo, io gli risposi che ero a fumare una sigaretta di nascosto da i miei, si mise a ridere, io a quel punto alzai il capo e lo guardai attentamente, era un uomo alto ma non troppo dimostrava di più degli anni che poteva avere all’incirca 50/55 anni era grosso fisicamente con due spalle rotonde, grosse braccia un petto che esplodeva sotto la maglietta tipo fruit anche la pancia era voluminosa e si intravedeva dalla trama del tessuto un pelo nero e folto, i bracci erano tatuati con disegni strani che non significavano niente per me, penso che i miei occhi a tutto quel ben di dio si fossero illuminati in modo tale da insospettirlo, fatto sta che mi rese la sigaretta e io pensai ora va via niente affatto le domande continuarono, del tipo quanti anni hai, dove abiti e via dicendo, io li come un imbecille a rispondere a tutte, non riuscivo a trovare una scusa per venire via. Poi le domande incominciarono a farsi più intriganti del tipo l’hai la fidanzata, se avevo fatto l’amore e via dicendo, domandandomi alla fine le misure del membro non sapevo cosa rispondere a questo mitragliamento di domande personali, decisi di non rispondere. Lui a quel punto vedendo che non rispondevo smise di chiedermi le cose, feci un sospiro di sollievo, pensando di essermi tolto da quella situazione che era diventata pesante, lo guardai in faccia, lui rispose con un sorriso beffardo, e mi sentii afferrare il mio braccio dal suo e portò la mia mano sul suo cazzo che era già duro, feci resistenza ma lui al quel punto mi chiese se il mio era uguale al suo, non risposi perché nel fra tempo ero riuscito a levare la mano dal suo pacco, e stavo per mettere in moto il motorino, che fu lui a prendermi in mano il mio cazzo ed esclamò………cazzo è bello anche il tuo, infatti il mio era diventato ancor più grosso del solito data l’eccitazione di quell’incontro, la sua mano lo stringeva sempre più forte sentivo la potenza delle sue mani su di me, poi tirò giù la lampo cercando di tirarlo fuori ma da quanto era in tiro dentro le mie mutande che non ci riuscii subito, dato che eravamo alla possibile vista di eventuali passanti mi chiese se lo seguivo fino all’accampamento li vicino, ero sempre più imbarazzato ma poi avendo visto in precedenza che nel campo nomadi non cera nessuno girai il motorino e lo segui camminando dietro di lui, anche vederlo di spalle era eccitante, non sapevo cosa poteva succedere dopo che lo avevo visto in azione giorni prima. Lui si incamminò portandosi dietro alla roulotte come nell’occasione descritta precedentemente, io parcheggiai il motorino vicino a noi, non avevo ancora finito l’operazione di metterlo sul cavalletto che lui era già addosso a me, e mi stringeva a lui leccandomi sul collo dietro e dentro l’orecchia per poi avvicinare la sua bocca alle mie labbra, io cercavo di allontanarmi dalla sua bocca ma non fu possibile dato che la sua mano era dietro il mio collo e che tratteneva con risolutezza, sentii i suoi baffi ispidi sulla mia pelle poi ad un certo punto le mie labbra erano a contatto con le sue e la sua lingua che cercava di entrarmi in bocca, io ero sempre teso fino a che lui con una mano mi strinse le guance obbligandomi ad aprire la bocca fu con quel gesto che sentii la sua lingua che si avvinghio sulla mia non fu subito un piacevole situazione ma poi condivisi anche io un piacere mai provato prima di allora, il bacio diventò appassionato e lussurioso, stretti in quel abbraccio e io ormai in balia dell’estasi, lui comincio a toccarmi da per tutto si era già tirato giù i pantaloni e mutande e stava spogliandomi con una frenesia indescrivibile, cominciavo a sentire la sua pancia pelosa sulla mia pelle era morbida e il pelo riccio mi creava brividi di piacere ci ritrovammo nudi su un materasso che era li per terra avvinghiati come due serpenti lui era cosi grosso che quando era sopra di me sentivo tutti i suoi chili che non erano pochi, travolti da quel intenso menage che era idilliaco non mi accorsi che ci stava guardando di nascosto da dentro la roulotte l’altro gitano che avevo visto mentre si trombavano la fica dei giorni scorsi, nel cambiare posizione il gitano che era sopra di me si accorse pure lui del suo parente e non fece altro che con un cenno a invitarlo a partecipare anche lui, dopo poco me lo vidi li vicino a noi, e io non volevo che succedesse ma fu cosi veloce che anche l’altro era già disteso, insieme a noi, anche questo assomigliava molto al primo forse con qualche anno in meno ma sempre uomo maturo, questo forse era ancor più grosso con meno pancia e sempre molto villoso anche lui tatuato aveva mi ricordo un cuore disegnato sul petto con incise delle iniziali, mentre io ero disteso sulla pancia del primo che continuavo a baciarlo l’altro lo sentii che mi iniziava a mettere le mani addosso, stavo per essere posseduto come quella donna, infatti iniziarono a parlarsi fra di loro in dialetto io non capivo cosa si stavano dicendo ma poi tutto venne a galla si erano messi d’accordo nel come possedermi, il più anziano si mise a sedere su una sedia e l’altro mi spinse verso di lui portando la mia bocca a distanza ravvicinata dal cazzo dritto e spingendo con la mano la mia nuca mi obbligò a prenderglielo in bocca incominciai a fare una pipa all’anziano che si era spaparanzato sulla sedia a gambe larghe io con la mia testa fra le sue cosce pelose che me la stringevano facendo in modo che non potevo non fare altro che succhiarlo, era grosso ma non lungo la sua cappella mi riempiva la bocca, mi chiedeva di muovere la lingua intorno al glande poi mentre succhiavo mi prese entrambe le mani e se le porto sui suoi capezzoli dicendo di stringerli e incomincia a giocare con i capezzoli voleva che li stringessi sempre più forte, il suo cazzo era sempre più duro mentre ero in quella posizione in ginocchio a spompinarlo l’altro mi afferro per i fianchi e mi mise a pecora e sentii le sue mani che mi palpeggiavano le mele io ero sempre con il cazzo in bocca, poi sentii le dita che si avvicinarono al mio buchetto e iniziò a trastullarmelo ci sbatteva le dita contro era una sensazione piacevole dopo aver giocato con il mio buchetto sentii la sua lingua calda e la sua saliva lavorare dentro il buco del culo rimanemmo in quella posizione, poi smise si scambiarono due parole sempre in dialetto, quello che mi leccava il culo mi tirò su e io smisi in quel preciso istante a fare la pipa al vecchio, che rimase a sedere sulla sedia, il più giovane in piedi io davanti a lui mi abbraccio facendomi sentire tutti i suoi muscoli e il suo pelo e il suo cazzo fra le mie cosce era più lungo dell’altro e grosso uguale, l’altro si maneggiava il manganello bagnandolo di continuo con la saliva, poi quello che era in piedi mi sollevò da terra abbracciandomi e fece un passo e mi obbligo a mettermi a sedere sul cazzo del vecchio che se lo stringeva tra le mani appena sopra il vecchio con le mani mi allargò le mele e sentii la sua cappella che mi sfiorava il buco era un incontro di salive, il suo cazzo premeva sul mio buco ed a un certo punto lo sentii forzare e piano piano si faceva largo tra le mie mele dato che era grosso le difficoltà ad entrare non erano poche fatto sta che quello in piedi appoggio le sue mani sulle mie spalle e mi spinse in basso per farmi penetrare da li a breve mi sentii riempito dal cazzo del vecchio la sua pancia pelosa era a contatto della mia schiena con le mani sopra le chiappe mi sollevava e mi faceva calare sul membro sempre turgido e rigido era fantastico essere scopato a spegni moccolo, mentre lo cavalcavo, il piacere era immenso anche perché al momento che era entrato le mani che aveva sul mio culo le portò sul mio cazzo e cominciò a masturbarmi, ero tutto un fremito da li a poco l’altro rom era davanti a noi che si godeva quella visione, si avvicinò alla mia bocca con il suo affare e mio obbligò a leccarglielo ero al settimo cielo un in culo, altro in bocca che mi possedevano insieme, i loro cazzi erano tesi come corde di violino e io stavo suonando i loro strumenti ero sottomesso a i loro desideri, ad un certo punto il vecchio si alzo dalla sedia avendo cura di non sfilarlo io smisi si pipare l’altro il quale aveva preso posto a sedere, appena seduto il vecchio mi mise a pecora davanti a me avevo il cazzo del più giovane, che non perse tempo a mettermelo in bocca ero di nuovo in balia di quei due orsi, il vecchio mi spingeva dentro di me il suo uccello e spingeva in modo tale che avendo in bocca quell’altro ad ogni spinta ritmava anche il movimento della mia testa e della mia bocca obbligandomi a prenderlo fino in fondo da soffocarmi quasi, stavo facendo una pipa in apnea, non contenti di tutto questo il vecchio lo tiro fuori sentii la sua cappella turgida che usciva come un tappo di champagne, mancò solo lo scoppio! Avevo sempre il cazzo in bocca, poi il più giovane mi tirò su la testa e potei iniziare a respirare un sollievo, ma non era finita ora doveva incularmi e sempre seduto mi fece sedere sul suo cazzo, il mio buco era già largo da quello del vecchio ma non sufficientemente perché quando me lo infilo tutto dentro in un colpo solo io feci un salto di dolore era troppo più lungo dell’altro e me lo sentii arrivare fino in pancia, rimasi seduto qualche istante con tutto il cazzo dentro di me, poi inizio a farmelo sentire tutto tirandolo quasi tutto fuori per poi mettermelo tutto dentro andò su e giù per oltre mezz’ora, nel fra tempo il vecchio aveva incominciato a toccare il mio che per il dolore era ammosciato inizio a toccarlo con le sue mani ruvide e callose non era proprio un piacere poi si bagno il palmo della mano che incominciò a scivolare molto meglio il tutto riprese vigore e quando era ben dritto inizio a lavoramelo con la lingua per poi succhiarmelo fino in fondo lo leccava con ingordigia, mi fece in bidè di saliva, dalle palle fino ad arrivare a leccarmi il culo che era penetrato dall’altro fu allora che il godimento fu massimo, io sopra a sedere a spegni moccolo sorretto per le cosce da quello più giovane, lui che mi leccava la fava dal prepuzio fino a cercare di lubrificare il mio culo penetrato dall’asta che sentivo sempre più grossa, tanta fu l’eccitazione che sbrodai sul viso del vecchio che non fece una piega e inizio a ripulirsi il viso con le dita per poi mettermele in bocca a leccare il mio stesso sperma, intanto aveva ripreso a masturbarsi e dopo poco sentii il suo brodo caldo sulla mia pancia, per spandermelo meglio addosso appoggiò la sua pancia pelosa sulla mia mi sembrava di essere il ripieno di un hot dog era bellissimo e tutto questo mentre quell’altro continuava a chiavarmi da vero stallone che era non passò molto tempo che dopo poco il culo lo sentii riempito di calda sborra era venuto anche l’altro il quale non si fermo fino a che ultima goccia era dentro di me. Quando lo tiro fuori avevo il culo in fiamme dato che fra prima e dopo avevo preso non so quanti metri di piacevole fava, ci rivestimmo dopo essere stati piacevolmente distesi tutti e tre sul materasso a fumarci una sigaretta. Dopo averci salutato in modo cordiale anzi volevano e insistettero nel chiedermi di fermarmi a cena da loro che mi avrebbero fatto conoscere tutti i componenti del loro clan e avrebbero organizzato un festa in mio onore, che riuscii a fargli capire che mi era impossibile veramente e anzi che avevo già fatto tardi, presi il motorino e tornai a casa soddisfatto di quel pomeriggio tutt’oggi indimenticabile. Come al solito i sogni svaniscono e anche loro dopo pochi giorni lasciarono il loro accampamento spostandosi chi sa dove feci in tempo a salutarli ma niente più, comunque mi lasciarono un ricordo di loro indelebile e un piccolo dono un braccialetto tipo pellerossa fatto di pelle e palline colorate che ancora oggi in qualche occasione indosso. Alcuni anni più tardi incontrai di nuovo quello più giovane che mi disse che il vecchio che era poi il capo clan era morto e lui aveva preso il suo posto alla guida della sua famiglia, ma non ci fu più sesso fra di noi.

FINE

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