Ostaggio

Ero in gita di tre giorni a Roma con la mia ragazza, tutto organizzato dalla parrocchia del paese per 20 coppie giovani che dovevano sposare a primavera. Il primo giorno che arrivammo con il pulman visitammo una parte di Roma, poi dopo scaricammo i bagagli all’albergo.

La seconda giornata trascorse tra risate e divertimento come bambini, ma sul tardi pomeriggio verso le 18 eravamo in una nota piazza e quel giorno successe un finimondo in quando sentimmo delle sirene a forte spiano che circondava tutta la piazza, non capimmo perché e cercammo di scappare in mezzo a quel caos caotico. Eravamo confusi e allarmati di ciò, ma io non vedendo più la mia ragazza che la persi di vista nella confusione della folla, senza oriendamendo non sapevo dove andare e strattonato da tutti nel fuggi fuggi generale, ma senza capirci niente mi trovai il pulman davanti a me. Feci un sospiro di sollievo e mentre stavo per aprire la portiera percepisco la presenza di qualcuno, feci un sobbalzo di sorpresa e girando vedo un tizio dallo sguardo accattivante e vestito molto bene, e mentre tendo di capire cosa volesse mi sento afferrare da lui sul collo con il braccio stringendo con forza.

Lo guardai sbigottito fissandolo negli occhi e cercavo di liberarmi da quella morsa.

“No, stai fermo rottinculo”, dice duro lui e puntandogli la pistola su una tempia, rimasi paralizzato dalla paura. Non vi dico la mia paura, non sapevo cosa fare, cosa dire. Tremavo come una foglia e mentre il tipo mi stringeva forte a lui urlava; verso la polizia minacciando di uccidermi se non lo lasciava andare via, allora pensai che sono il suo ostaggio. Ormai non capivo più nulla tale era la paura, ad un certo punto sentivo la polizia parlare ma non capivo nulla anzi capivo solo di stare fermo e lasciarlo fare, anche se il tipo stringendomi mi aveva appoggiato il pacco sul mio culo e sentivo che aveva il cazzo duro e mentre faceva questo tremavo immobile e non risposi.

“Bravo vedo che hai capito! Ora continua cosi che fra poco tutto finisce bene”, dice a voce bassa, con un tono minaccioso. Poi girai di scatto la testa a guardare lui:

“Senti capo, lasciami andare non ho fatto niente di male a nessuno!?”, dico sottomesso.

“Zitto, pezzo di merda!”, chiuse lui. Ma continua a pressare da dietro e sentivo il suo corpo addosso a me sempre in quella posizione trascinandomi indietro, io facevo fatica a camminare con i talloni e ogni movimento sbattevo con il culo nel suo davanti anche se lui non faceva molto caso, perché impegnato a strillare:

“Non muovetevi stronzi, sennò uccido l’ostaggio”, dice con voce dura. Ma!?, lui continuava con molta insistenza appoggiare il pacco fra le mie chiappe, facendo così sentire la sua durezza e per me come maschio è stata la crisi totale.

Sentire lo sconosciuto che mi strusciava duro sul culo e la polizia che lo intimava di arrendersi. Ed in quel momento ho avuto molta più paura di prima, perché pensavo che mi volesse uccidere. Eravamo in mezzo alla piazza entrambi eravamo appiccicati e stretti l’uno con l’altro sempre con la minaccia della pistola, La paura era tanta, lui era molto eccitato dalla situazione e lo faceva sentire premendo sul culo, anzi io per un momento non davo molto peso alla cosa, anche se il pressamento dopo divenne molto fastidioso, e lo sentivo quasi tutto dentro all’ano. Anziché di stare fermo cercai con cautela di spostarmi da quella posizione molto scomoda, ma lui mi diete uno strattone dicendomi:

“Stai fermo pezzo di merda!!!” Ed io, con la testa annuisco. Tutto questo è successo in 10 minuti circa, ma per me era una eternità, e sempre con il braccio

al collo che mi limitava qualsiasi movimento. Ad un certo punto mi fece salire sul pulman sempre tenendomi da dietro e pressato a se, non riuscivo a dire nulla e non capivo cosa mi stesse succedendo. Dopo dentro lui mi sorrise con un modo strano e non disse nulla, si abbassa giù stando supino sul pavimento per ripararsi dai cecchini e facendo così mi fece voltare di schiena e poi attirandomi giù anche me. Sentivo due mani afferrarmi le chiappe, io timoroso lo guardai e lui mi fece l’occhiolino è cosi facendo mi obblica a sedermi sopra al suo cazzo arrapato. Per qualche secondo di sconforto e paura mi lasciai scivolare sul suo cazzo duro e lui tenendo sempre con le mani sulle mie chiappe mi limava con un su e giù, soffermandosi a volte sullo spacco del mio culo strusciando a ripetizione. Allora presi il coraggio e la forza di parlare gli dissi:

“Ehi, amico, che stai cercando di fare? Cazzo, ma che ti sei messo in testa, culattone? Vuoi farmi il culo?” Mormorai disperato.

“Tranquillo non ti succede nulla, per passare un pò di tempo mi diverto un pochino e dopo ti lascio andare!”, disse divertito dalla cosa.

“Oh, non so ancora esattamente? Di fare qualcosa di semplice ma divertente, comunque! Magari prima una bella succosa pompa, poi un paio di belle, decise chiavate. Che te ne pare di questo programma, eh?”, mi guarda e si mise a ridere.

Ero preoccupato per il mio buco di culo stretto e inviolato, allora respinsi quell’assalto e più io mi divincolavo, più lui mi stringeva premendo dietro le chiappe e borbottando qualcosa di osceno che non capivo. La sua barba mi pungeva sul collo, quando mi sentivo sollevato e schiacciato con il suo peso contro le poltroncine del pulman ed inizia a baciarmi e leccarmi sul collo. Cazzo il porco aveva la lingua caldissima, quasi infuocata, continuava a leccarmi dietro le orecchie, poi un sonoro bacio sulla nuca e per finire un lungo respiro sul collo mentre borbottava qualcosa alle orecchie:

“Sta buono lo so che ti piace, perché ti agiti? Adesso ci divertiamo un pò e sai perché? Quando ero in carcere, anni fa, c’era un ragazzo proprio come te, la prima volta faceva il verginello e poi di notte quando lo sbattevo duro nel culo era lui a chiedere il bis, non so se capisci!?” Mentre stavo cercando di capire mi prende la mano e se lo porta al pacco dicendo:

“Sentilo come mi è venuto duro!!! Sarà questo il tuo divertimento?”, disse lui premendomi la mano sopra la stoffa del rigonfio dei suoi pantaloni.

“E’ colpa tua, lo sai?”

“Non capisco che vuoi!”, dissi balbettando dall’emozione. Lo guardavo con espressione preoccupata, i miei occhi nervosamente casca sull’altezza del suo pacco dove si annida il suo cazzo. In vano fù la sua reazione senza volerlo avevo fatto scattare una molla di libidine in lui. Mi guarda con un viso da stronzo e con un sorrisetto stampato sulle labbra, mi prese la testa con la forza e se la porto al pacco. Mi spingeva con forza la faccia sul pacco dei suoi pantaloni. La sua cerniera mi faceva male e cercavo di sollevare la testa ma lui sempre con piu forza me la spingeva sul suo pacco. Si sente un fracasso di macchine che si fermano intorno al pulman, lui mi molla la testa ed io di scatto mi alzo. Mi accorsi che eravamo circondati. Lui urla:

“Se fate quello che ho detto non succede nulla all’ostaggio, altrimenti lo ammazzo”. Il suo tono era minaccioso e molto deciso. Poi lui guardandomi fece un sorriso e si abbassa giù e incomincia ad accarezzarmi il culo e mentre lo faceva mi riprese la mano e se lo porta al suo pacco.

Con la sua mano sopra la mia si massaggiava il pacco, lo sentivo molto eccitato gonfio e duro.

“Tiralo fuori, mio bel bocchinaro!”, mi disse con una voce autoritaria. Gli abbassai la cerniera e pure i slip e il suo cazzo apparse alla mia vista già duro e pienamente dritto. Aveva un cazzo stupendo, sui 25 cm, bello grosso ed era caldissimo nel prenderlo in mano. La sensazione del suo cazzo nella mia mano era eccitante anzi eccitantissimo. Iniziai a menarlo lentamente e sentivo che lui godeva.

“Ti piace il mio cazzo eh, brutto frocio!”, e mentre mi diceva questo mi abbassa la testa.

“Oh!! Cazzo, cazzo no?”, esplosi.

“Mica penserai davvero di mettermi in bocca tutta quella minchia, no? È troppo maledettamente grossa. Non sono frocio, io!”

“Beh, lo sarai quando m’avrai fatto godere con un bel pompino!” Controbatté lui con un sorriso divertito mentre si avvicinava a me menandoselo lentamente.

“Prova a morderlo, che ti sparo in testa!?”, mi avverte con tono minaccioso.

“Non esci vivo da qui dentro, chiaro?” Lo guardai dal basso in su con un lampo di paura.

“No, va bene, va bene hai vinto tu ok?”, dissi e protesi la testa verso il suo cazzo che spalancai la bocca. Lo presi tutto in bocca, era durissimo. Lui non rispose era sospinto in avanti ancora più in avanti con il bacino finche il suo cazzo cominciava a scivolare giù all’esofago. Chiusi le labbra attorno a quel palo rovente che cominciavo a succhiarlo. Lui pose entrambe le mani sulla mia testa e lo attira verso se, mentre lentamente continuava a spingermelo tutto dentro. Feci dei grugniti soffocati ed inghiottivo a vuoto, la gola mi contrasse ed il respiro usciva con lievi soffi dal naso. Ma senza fermarmi centimetro dopo centimetro spinsi il suo cazzo tutto dentro, fino alla gola sbattendo il naso sul suo ventre caldo. Anche se la tosse e forti contrazioni di gola cercai di adattarmi per riuscire ad accogliere tutto quell’ingombrante arnese di ciccia umana. Sentivo che lui inizia a gemere e si appoggiava sulla spalliera dei sedili. Notai che gli piaceva molto come lo pompavo. Lui iniziava a muovere il bacino come se mi stesse scopando in bocca. Sentivo ancora la sua mano sulla mia testa che mi spingeva sul suo cazzo. Godeva come un matto e non vi nascondo che pure io ero molto eccitato, avevo il cazzo durissimo.

Ero inginocchio davanti a lui, le mie mani aggrappate alle sue cosce, e mentre lo spompinavo mi diceva:

“Ti piace prenderlo in bocca eh! Brutto frocio, dai checca succhialo per bene e anche le palle così bravo, ancora così troia di un succhia cazzo!!!”. Era la prima volta che uno me lo metteva in bocca, talmente era l’eccitazione che non pensavo più a quello che diceva e continuavo a spompinarlo con molta passione e lui gradiva molto da come godeva. Mi spingeva la testa e mi sbatteva di continuo il cazzo sulla bocca. Il suo cazzone entrava in bocca con vigore, e non più di tanto me lo sentivo quasi nell’esofago quel pezzo di carne, che devoto lo succhiavo avidamente. Quell’asta lucida e dura entrava e usciva dalla bocca, e lui spingeva sempre più dentro e sempre più velocemente. Contemporaneamente presi a fargli una sega a quel cazzone che cominciava a piacermi da morire e il calore del suo ventre mi eccitava tantissimo. Sento la sua mano che inizia a toccarmi il culo. Per facilitargli il compito, fui io stesso ad sbottonarmi i jeans. Sento la sua mano che prima mi palpava il culo sopra le mutande poi la mise dentro e mi toccava le chiappe, fin quando non sento il suo dito che mi entra con forza dentro le chiappe. Lo spingeva con forza dentro al buco e mi diceva

“Siiiiiiiiiii!!!! Che buco di culo da frocio che hai, dai continua a succhiare brutta zoccola!!” Sentivo che il suo cazzo si fece molto piu duro, avevo capito che stava per sborrare ed aumentai il ritmo del pompino. Lui cominicia ad emettere quasi dei grugniti, spingeva con forza la cappella in bocca, mi afferrò per i capelli e mi spingeva ritmicamente dandomi esattamente venti colpi di bacino perché cominciasse a scaricarmi tutto il carico di sperma, direttamente nella mia gola ingoiando fino all’ultima goccia di sborra. Mi sborra in bocca, sentii tanti schizzi di sborra calda

“Siiiiiii!!! Che frocio sei, ti piace la mia sborra!!!”. Avevo la bocca piena di sborra per non soffocare dovetti mandare tutta giù e mi fece stare per alcuni minuti con il suo cazzo dentro al mia bocca. Quando finalmente fu finito, lui sfila lentamente il cazzo dalla mia bocca e poi lo guardò con gli occhi lucidi di lacrime. Mentre lo guardavo, continuava a palparmi il mio culetto, con un suo dito mi stava frugando con insistenza sulle crespe del buco dell’ano, nascosto nel solco fra le mie chiappe. Poi il suo tono cambiò,

“Va bene, va bene, adesso basta!”, dissi con un tono esageratamente rassegnato.

“Cazzo adesso togli di lì quel dito per favore, dai. Merda non lo mai preso, nel culo! Vacci piano, mi fa male lì!” Lui sogghignava ignorandomi quello che dicevo, ed il suo dito lentamente si fece strada, scendendo un pò più a fondo sul mio budello, nonostante i miei sforzi per impedirlo.

Il suo dito era del tutto immerso nel mio foro ed io emisi un rantolo acuto di dolore e godimendo, la mia schiena sussulta inarcandosi involontariamente verso quel dito indagatore che continuava a fottermi. Avevo gli occhi socchiusi per il fastidio di quel dito che mi sedava l’ano e proprio in quel momento lui ci ficca altri due diti e spinse con più decisione sul mio sfinte, le mie labbra piegate in una smorfia di dolore, e sobbalzai irrigidendomi tutto contrassi disperatamente le chiappe, strinsi più che potevo l’ano tentando di ostacolare l’invasione di quei diti. Ero rimasto con il culo scoperto in balia di quel porco, ammutolito e tremante. Guardo terrorizzato il suo cazzo che si stava ergendosi fra le sue gambe enorme, e minaccioso puntando sul mio culo.

“Oh cazzo! No, lì no, amico, ti scongiuro? Non ho mai preso nel culo, oh cazzo! no? Ti prego, non me lo ficcare lì mi squarci, con quel palo che ti ritrovi fra le gambe! Io non l’ho mai preso lì, te l’ho già detto prima cazzo, cazzo mi farai male!!!!”

“Allora? Ti lascio la scelta. Che ne diresti, se adesso ti sparo su questo bel forellino eh? O preferisci il mio cazzo?”

“Oh, merda, merda, merda! Mi farai male così, cazzo?”, mormorai ma sottomesso da lui. Eccomi sistemato per le feste, ora ero fottuto da un ricchione di merda e stavo col culo all’aria!

“Il cazzo, il cazzo!”, dico con voce tremante.

“Bravo frocione saggia decisione, adesso ti darò quello che meriti!!!” Mi lasciai ricadere la testa sul pavimento. Lui si sistema meglio fra le mie cosce, lo sento arrampicarsi da dietro con il cazzo ritto e duro, vi si inginocchia fra le mie gambe spalancate e tremanti, con una mano se lo mena lentamente e con l’altra mi palpava il culo io tacevo, conscio che sarebbe stata inutile. Il suo torace aderisce alla mia schiena e lo sento stendersi su di me sistemandosi, sento la punta del suo cazzo entrare nel mio inviolato buco che continuava a rimestare sul mio foro caldo e stretto del culo.

“Davvero, non mi entra, non posso prenderlo nel culo”, singhiozzai scuotendo debolmente la testa e affondando sulle braccia.

“Sì che ci entra, vedrai frocio!”, disse lui mentre me lo infilava il suo cazzo duro più che mai.

“Nooo, noooooo, per favore noooooooo!!!!!!!” In un attimo il suo cazzo puntava sul bersaglio e menare un gran colpo e mentre io piagnucolavo, implorandolo di non farmi male, che mi avrebbe sfondato con quella trave di carne dura che si ritrovava fra le gambe, lui mi fece posizionare il culo un pò più in alto strillando:

“Stai fermo e non rompere, o ti riempio di botte. Che tanto ti inculo lo stesso! Fai il bravo frocio e allarga le chiappe”. E detto questo, mi allargai le chiappe con le mani e piangevo di paura allo stesso tempo.

Io chiusi gli occhi da dove cominciavano ad uscire le prime lacrime di dolore. Ed infine spinse con violenza, Giù in picchiata!, e in breve mi fu dentro. Nel mio sfintere, pur stretto come era, non riuscivo ad oppormi a lungo alla vigorosa pressione di quell’asta poderosa. Sento un dolore atroce, inarcai i reni, vorrei gridare ma il grido mi strozza in gola mentre quel grossa cappella mi sfonda il mio fiorellino ora sfondato. Cercavo ancora di divincolarmi, l’ano contratto con tutte le mie forze, emisi un lungo gemito acuto quando infine il cazzo, avrebbe la meglio su il mio ultimo disperato tentativo di difesa, mi sfonda con forza l’ano. Io stringo disperato, ma invano: mi affonda dentro con una serie di forti colpi, finché riesce ad infilarmelo tutto dentro. Il porco inizia a fottermi con vigore, senza fretta e ad ogni colpo emettevo un gemito.

“Ahiiii, ahiiii, ahiiiii, aaaaaah, aaaaaaah, aaaaaaaaahh!!!!” Guaivo come una cagna ad ogni suo rapido ritmo che corrispondeva ai vigorosi colpi con cui lui mi trapanava il mio splendido culetto vergine, penetrandomelo sempre più a fondo. Mi sembra di morire di dolore, di vergogna, di paura e vorrei piangere: non ci riesco mi fotte con vigore, stringendomi le spalle con le sue forti mani, io gemetti, lui ansimava. E finalmente i suoi peli pubici li compressa contro lle mie chiappe, io gemetti ancora, le mie anche si scosse da involontari sussulti frenetici. Lui fece una pausa, il suo cazzo era completamente immerso nel mio stretto buco di culo. Lui, faceva forza sul petto e sulle ginocchia, solleva il suo bacino arretrando finché sento la punta del suo cazzo rimanere dentro la budella, quindi spinse in giù nuovamente e cominciando a muoversi ritmicamente dentro di me, sbattendomi sonoramente avanti e indietro con più energia.

Dopo alcuni di quei colpi, gli “ahiii” ed “aaaah” si trasformarono in “oooooooh”. Sentivo quel cazzo squarciarmi tutto il culo e un calore invadere al basso ventre, le mie anche si muovevano verso l’alto alla ricerca del suo cazzo, che spingevo con forza contro il suo pube e lui mi fotteva lo sfinte con crescente gusto.

“Noooooooo, porco!!!!”. Mormorai con voce roca, inerme sotto di lui.

“Noooo, non fottermi così che vengo. Oh cazzooooo! Me l’hai fatto venire duro. Oh cazzooooo non ci posso credere!?”, esclamai con goduria. Lui con gusto non smise di fottere il culo e fu solo questione di attimi e fu sufficiente, con un paio di colpi decisi mi pianta quel palo nodoso bene a fondo. Finalmente raggiunse l’orgasmo spingendomelo bene a fondo dentro al buco e schizzo una scarica di sperma molto sostanziosa, e dopo crollò di colpo sulla mia schiena, resta per alcuni istanti immobile, ansimante per pochi secondi. Io mugolavo di piacere e strinsi l’ano con forza:

“Noooo!!!”, bisbigliai.

“Non toglierlo subito. Non ancora, per favore”

“Te piaciuto, a prenderlo nel culo eh? Ti piace sentirtelo dentro!!!”, sussurra lui accentuando con un sorriso.

“Nooo!! Che cazzo dici?”, sbuffai dal dolore.

“È solo che, se lo togli subito dal buco che talmente spalancato. Ho paura che mi fai male da morire!” Lui capì subito e stacca lentamente il cazzo che oramai si stava sgonfiando, poi si allontana di due passi da me che stavo ancora a carponi sul pavimento ansimante. Si ricompose con calma.

Ero molto stanco, tutto il retto indolenzito per la violenza subita. Passai un dito anche tre fra le chiappe, il buco era inondato fracido di sperma e sfondato da far paura, ma controllai se c’era danno. Il maledetto, me l’ha allargato ben bene! Ero incazzato, ma guardavo preoccupato la sua pistola che è di nuovo nella sua mano. Tirai su i pantaloni in fretta un po’ stordito e dolorante, senza fiatare e senza mai guardarlo. Egli si mise a trattare con la polizia come se niente e successo. Poi si mise ad aspettare la conferma, ed io giacevo ancora sul pavimento tremante e sentivo ancora colare la sua sborra dentro i pantaloni, il mio povero culo rotto e slabbrato dal suo cazzone duro. Da li passò quasi un’ora, ero preoccupato che mi avrebbe ancora fottuto. Ma dopo scatto due minuti d’inferno, gas lacrimogeni e spari, io dal terrore ero accucciato in un angolo a guardare con molto paura. Per fortuna la cosa si risolse con il suo arresto e la mia liberazione.

Tutto questo è accaduto alcuni anni fa: la cosa in parte mi fa vergognare con me stesso e contemporaneamente il solo ricordo di quella violenza mi eccitava ancora da morire ed io, di tanto in tanto di nascosto di mia moglie mi faccio fottere da un amico o da uno sconosciuto e bloccato tra rimorsi e tabù, mi eccito e sogno di essere ancora fottuto dal brutalone che mi violentò quel giorno e non posso che masturbarmi.

FINE

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