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A cena con Carlo

Carlo, amico professionista telefona per strappare un invito a cena per avere la possibilità di vederci prima delle ferie.
Torno alle 20, 15 dal lavoro. La bimba è in campagna con la nonna, Marina indossa un abitino azzurro aderente in cui le sue forme svettano e sta parlando con Carlo già arrivato mentre termina di cucinare il pesce. Lo saluto calorosamente con le solite convenevoli frasi e data la caluria li lascio 10 minuti per una doccia. La cena scorre gradevole, l’aria condizionata ed il vino bianco fresco contribuiscono a renderla davvero piacevole ma alle 22, 30, al dolce, i discorsi si fanno piccanti. Marina chiede a Carlo come va con le donne. La sua risposta è tra il vero ed il faceto, dato che è un tipo affascinante, ma afferma che è due mesi che non faceva sesso. Per scherzo li risposi che Marina ai tempi che furono, diceva che se mi doveva fare un corno l’avrebbe fatto volentieri con lui e che se voleva sarei uscito… non mi resi conto di ciò che avevo detto. Marina disse ridendo
“Figurati, puoi restare tanto ne ho per tutti e due. ” Colsi l’attimo.
La invitai a baciarlo ricevendo una sei pazzo come risposta con viso un po’ più serio. Dissi
“Perché? Così ci togliamo le soddisfazioni tutti. ” Carlo ci guardò strabiliato ma il vino, il fresco, il reggiseno rosso ed il perizoma di Marina che affiorava sotto il vestito fecero sì che gradisse l’invito. La palla passava a Marina che si alzo in piedi avviandosi verso Carlo che lo fece a sua volta.
“Avanti! ” esortai. Con un sorriso imbarazzato si abbracciarono e dopo che esclamai
“Forza! ” cominciarono timidamente a baciarsi sulla bocca. Notavo l’imbarazzo, soprattutto di Marina, e se non agivo subito saremmo rimasti con le pive nel sacco. Mi spostai nella seggiola dietro di lei e poggiando una mano sulla sua coscia la incitai. La mia mano saliva, arrivò fino alle mutandine e toccandole mi accorsi che erano già abbastanza fradice. Spostai un lembo fino a ficcarle il dito indice nella fica, ormai bagnata e dilatata. Emise un gemito di piacere aprendo la bocca in maniera che Carlo ci infilasse la lingua. La temperatura saliva, lei da una spalla di lui fece scendere una mano dritta sul suo cazzo ormai gonfio dentro i jeans, accarezzandolo con crescente passione.
Era fatta. Lui fece altrettanto con un suo seno, levandolo dal vestito per titillarle il capezzolo. Di par mio continuavo a sditalinarla fino a che mi accorsi che Marina era intenta a sbottonarli i pantaloni. In un secondo tirò fuori il cazzo gonfio di Carlo e lo cominciò a masturbare. Abbassai la cerniera del vestito di Marina e lo tolsi, lasciandola con l’intimo trasparente tanto che Carlo tolse la lingua dalla sua bocca per un apprezzamento.
Spogliandomi mi dirisi verso il divano seguito da loro. Adagiai Marina a sedere e tolto il perizoma cominciai a leccare la sua fica fradicissima. Carlo terminato di denudarsi s’avvicinò col cazzo ritto verso Marina che lo prese in mano portandoselo alla bocca, costringendolo a mettersi in ginocchio sul divano. Un suo
“Haaaa!!!! ” ruppe il sottofondo del ciuccìo che facevo sulla sua fregna e il godìo di Marina aumentava la suzione che esercitava su quella svettante nerchia. Aveva perso i freni inibitori; si strofinava quel cazzo sul viso alternando leccate sull’asta a ingoi profondi. Io l’avevo preparata per una decina di minuti, sufficienti a portare Carlo vicino a sborrare se lei non smetteva quel succoso pompino, ma volevo che lui godesse a pieno di quello spettacolo di fica. Ero eccitatissimo quando chiesi a Marina
“Lo vuoi il suo cazzo dentro? “.
Rispose un sì che era un programma. Si distese totalmente sul divano a coscie spalancate per accoglierlo e quando lui fu sopra se l’accompagno con la mano dentro con molta fretta tanto era voluttuosa. Carlo prese le sue ginocchia sulle braccia per favorire l’ingresso totale di quel cazzo che si ritrovava cominciando a pomparla con veemenza. Mi misi dietro loro per non perdermi lo spettacolo di quel pistone che strofinava quella fica apertissima. Marina cominciò ad ansimare sempre di più e Carlo le tappò la bocca con la lingua. Mi stava scoppiando il cazzo e mi accorsi che avrei sborrato solo a vedere quella scena, ma il mio desiderio era un altro. Mi avvicinai al suo viso col sesso a mò d’asta , Carlo si scostò e Marina accolse nella sua bocca il cazzo, spompinandomi con una forza mai sentita. Averlo nella fica aumentava di gran lunga la sua dimestichezza, nonostante fosse già brava di suo. Purtroppo mi bastò poco, perché con una decina di succhiate cinque o sei schizzi di sborra le terminarono fra il viso e le tette e, pensate, mentre mi scusavo con Carlo se trovava disgusto (da elegante qual è rispose che poteva starci data la situazione) Marina mi puliva il cazzo con la lingua. Io mi misi a sedere dall’altro lato del divano a godermi la scena ed a sentire i ripetuti orgasmi di Marina mentre Carlo si alzò per metterla sopra. Lo accolse per 3-4 minuti (anche lui era pieno), tolse la lingua dalla sua bocca per annunciare che sarebbe venuto quando lei saltò su per farsi sborrare in bocca. Seduti comodamente sul divano, guardavamo Marina in piedi accendersi una sigaretta e versare il vino nei bicchieri per offrirceli.
Si rimise seduta in mezzo a noi guardandoci e ruppe un breve silenzio mai imbarazzante dicendo
“Devo dire che è stato piacevole. ” Logicamente anche io e Carlo avevamo apprezzato ma i nostri cazzi erano rimasti un po’ turgidi, segno che la voglia non era sparita del tutto. Difatti lei giocherellò con entrambi i membri esclamando
“Suvvia, aspettate altri 5 minuti che vado a fare pipì. ” In quei momenti Carlo esclamò un
“Mitico” che mi riempi d’orgoglio quando dissi
“Ora che ci siamo un po’ svuotati, facciamo venire il meglio. ” Marina tornò a noi, si sedette nel mezzo e mi schioccò la lingua in bocca mentre rimasturbava Carlo, intento a baciarle le spalle ed toccarle il seno . Mi inarcuai per invitarla a prendermi il cazzo in bocca e metterla nella posizione in cui Carlo poteva infilare la lingua nel culo e nella fica, cosa che gradirono tantissimo entrambi. Mentre mi succhiava il cazzo smise un secondo per dire
“Adesso che avete le palle meno gonfie, non fate come prima e metteteci di più a sborrare. ” Incredibile; Marina era una gran porca ma non aveva mai usato lessico tanto sconcio. La misi a pecorina per mettere la sua testa sul cazzo di Carlo e colsi l’occasione per infilarlo nella fica già grondante. è la sua posizione preferita; affondavo il cazzo che veniva risucchiato da quella caverna e Carlo impazziva con gemiti rochi per la goduria infinita. Tenevo le natiche aperte per godere con gli occhi mentre la fottevo, le mie possenti pompate le dilatavano leggermente il buco del culo che da lì a poco avevo intenzione di violare.
Estrassi il cazzo e lasciai Marina a lavorare di bocca il pisello di Carlo per andare a prendere il tubetto di vasellina che tengo nel cassetto in camera. Intanto lei era salita sul cazzo del mio compagno e lui da sotto leccava i suoi capezzoli mentre lo cavalcava. Mi avvicinai al suo orecchi dicendo le mie intenzioni:
“Marina, chinati di più che t’inculo. ” Lo fece ma raccomandandosi di fare piano, memore che col cazzo finto provava dolore. Appoggiava il suo torace su quello di Carlo per favorire l’ingresso del cazzo in culo, da sopra notavo che arcuandosi così faceva leggermente fuoriuscire quello di Carlo e la visione contribuì ad eccitarmi ancor di più. La mia cappella era adiacente a quel fiorellino appena unto e si approquinquava ad entrarci. Mi tenevo il cazzo in mano per mantenerlo rigido mentre ormai un pezzo di esso era sparito dalla mia vista. Carlo era ancora fermo in attesa di istruzioni sui movimenti che avrei dovuto riferirli per scoparla entrambi. Piano piano feci sparire la mia nerchia nel culo unto di Marina facendo attenzione a non darle nessun fastidio.
Ero ormai in fondo ed i miei testicoli poggiavano sul cazzo durissimo di Carlo. I miei palmi delle mani mi sostenevano sul bracciolo del divano parallele al viso di Carlo che eccitato come era infilò tutta l’asta nella fradicia fica di Marina. Quel leggero movimento le piacque tantissimo e capì che era il momento di pompare. Cercammo di prendere il via con sincronia e fortuna volle che ci riuscissimo subito. Marina cominciò ad emettere gridolini di piacere intensissimi, mai sentiti , slinguando in bocca con Carlo in preda ad una fobia sessuale mai provata. Venne subito, ancora dopo qualche minuto ansimando e dimenandosi come in un raptus e esclamando frasi
“Sìììììì, scopatemi! Madonna che cazzi duri, fatemeli sentire, pigiateli dentro, fottetemiiiiiiiii! ” Sembrava impazzita. All’ennesimo orgasmo proposi a Carlo di provare.
“Grazie” esclamò
“è tanto che non faccio un culo”.
Sfilai da dietro il mio cazzo grondante dei miei umori e cambiando parte sul divano mi distesi mentre Marina ciucciava quello di Carlo. Si girò verso di me e con lestezza prendendo in mano il mio legno se lo infilò dentro. Alla stessa maniera di prima s’adagiò sul mio torace e aprendo la bocca per invitare la mia lingua attese che Carlo infilasse l’animale nel suo culo (l’aveva normale di lunghezza ma ben dotato in larghezza). Non fece fatica a penetrarlo tanto era dilatato ma non trovammo subito sincronia di movimenti dato che il mio uscì varie volte. Calmata la veemenza, Carlo cominciò a stantuffarla con gioia di Marina che ricacciò un urlo per l’orgasmo ennesimo.
Dopo qualche minuto però, Carlo riannunciò che sborrava e questa volta un eloquente
“Riempimi il culo! ” svelò dove voleva quel caldo sperma. Mi godetti gli ultimi momenti di quella doppia penetrazione, sentendo il cazzo di Carlo mentre spasmizzava per gli schizzi di sborra da quel sottile muro che ci divideva.
Marina era soddisfatta, ma voleva che venissi anche io. La rigirai e la penetrai nuovamente giusto il tempo di un altro suo orgasmo (a sette ho smesso di contarli) e prima di venire misi il cazzo sul torace in mezzo al seno, dove risborrai copiosamente sino al suo viso, infine avvicinando la cappella alla sua bocca per l’ultima pulitina. Mi alzai da lei e mi misi a sedere accanto a Carlo, notando che ormai erano le una e la stanchezza del giorno di lavoro e quella mostruosa scopata mi avevano distrutto.
Facemmo una doccia, Carlo uscì di casa amico come prima, soltanto che quella visita aveva riservato una piacevole sorpresa. è tornato a cena ma non è più successo niente, e non è detto che in futuro non possa ripetersi. Intanto, abbiamo un singolo fidato conosciuto su internet che saltuariamente ci fa passare una serata allegra… FINE

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