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Cindy, always ready

La guerra era finita. 1945. Finalmente la pace era esplosa dopo tanta morte e terrore. Cindy era riuscita a sopravvivere facendo la cameriera per un’anziana signora, pedante, cattiva, che la maltrattava quotidianamente. Lei così dolce, fragile, ben disposta, buona era stata segnata da quest’esperienza e giorno dopo giorno il suo carattere mutava rendendola più dura, costruendole una scorza tenace. Aveva conosciuto un ragazzo dolce, che però partito per la guerra non aveva fatto più ritorno.
Insomma la guerra le aveva portato via affetti e cambiato il carattere. La signora era morta liberandola di un peso. Ora Cindy doveva procurarsi un altro lavoro. Bussò a tante porte, e altrettante porte le si chiudevano in faccia. Cosa fare? Aveva bisogno di lavoro. I locali non offrivano opportunità valide. La strada? No, non era per lei. Anche se il lavoro non le sarebbe mancato. Alta, capelli lisci neri, occhi verdi da cerbiatto, lineamenti del viso perfetti, corporatura statuaria, un seno prorompente a stento trattenuto dai poveri vestiti, due fianchi imponenti ma proporzionati, un sedere tondo, duro, due gambe mozzafiato tornite alla perfezione, cosce sode in mezzo alle quali spesso lei sentiva di avere uno strumento che spesso la chiamava durante le notti presso la signora, e la invitava ad essere accarezzata, toccata, coccolata, strusciata, penetrata da quelle stupende dita sottili mal curate. E in effetti Cindy quotidianamente rispondeva ai richiami della sua “cosina” spesso bagnata nella sua stanza nel sottoscala della signora.

Quante volte aveva desiderato un uomo che la accarezzasse, la toccasse dappertutto, che le leccasse il seno gonfio, i suoi capezzoli duri di piacere, e scendesse tra le sue splendide gambe e le facesse sentire la sua lingua umida sul suo clitoride in fiamme?

Quante volte aveva desiderato un membro maschile che la penetrasse fin nel profondo, che le facesse provare quel piacere che da sola riusciva a raggiungere solo in parte? Quante volte avrebbe voluto riempirsi la bocca di un grosso pene duro finchè l’uomo non le avesse riempito la bocca e la gola del suo caldo sperma, che lei avrebbe assaporato fino all’ultima goccia? Quante volte sentì la voglia di ritrovarsi un grosso membro nel di dietro, che le facesse provare un piacere innaturale? Quante volte avrebbe voluto avere più maschi contemporaneamente che le facessero provare tutte in una volta queste sensazioni?

Tante! Come tutte le ragazze della sua età, aveva 19 anni, faceva spesso questi sogni erotici, ma per il momento non le rimaneva che la soddisfazione solitaria.

Rincorrendo questi pensieri “sporcaccioni” le venne la grande idea: “Perchè non unire l’utile al dilettevole? In fondo a detta dei ragazzi sono “una gran fica”. Devo inventarmi un lavoro che mi permetta di sfruttare le mie qualità fisiche! ” disse spogliandosi davanti allo specchio. Rimase nuda e si accorse che la “cosina” la chiamava un’altra volta. Le mani scivolarono sui seni duri ed enormi, i capezzoli si erano induriti. Poi giù giù sul ventre fino alla dolce peluria ad accarezzare le labbra che si aprivano e si gonfiavano nell’attesa del piacere consueto delle sue dita. Mai uomo prima d’ora l’aveva sfiorata. In piedi a gambe ben aperte guardandosi allo specchio, si penetrò ancora una volta, incominciò a gemere, ad ansimare. Lo specchio si appannava colpito dal suo respiro pesante, e lei poteva vedere tutte le sue espressioni di piacere: “Ahh. mmhh… sììì.. è bello… sono una poorcaaa.. ahhah.. ighigh.. che voglia di un uomo… vengoOOOOO!!!! ”
Appoggiando le mani allo specchio si guardò ancora ansimante e disse: “Sì, sì mia cara Cindy, sei proprio una porca! È venuto il momento di conoscere l’uomo. In fondo hai l’indole da troia! Su “cosina” mia è ora di lavorare! ”

Nel drugstore del paese si comprò un completino da cameriera: grembiulino coi volants e corpetto trasparenti, un foulard blu per raccogliere la sua splendida chioma, scarpe blu con i tacchi a spillo.
Poi una corsa al giornale locale per far pubblicare il seguente annuncio: CINDY, ALWAYS READY,
CAMERIERA VOLENTEROSA OFFRESI PER SERVIZI A DOMICILIO – Tel. 5623″
Ecco, ora non le restava che aspettare la prima chiamata. Nell’attesa pensò a come poteva essere la prima volta, per lei vergine diciannovenne, cosa avrebbe significato al di là del guadagno per lei il primo rapporto, con chi l’avrebbe avuto, chi avrebbe avuto il privilegio di sverginarla, di farle provare una sensazione totalmente nuova, nuovi piaceri, aprirle nuovi orizzonti. Come si sarebbe sentita, come avrebbe vissuto la sua nuova condizione, che rapporto avrebbe avuto con gli uomini.
Al momento per lei l’uomo significava solo un procuratore di piacere e di denaro, era curiosa, ansiosa. Ma cos’era l’uomo per lei? Una domanda che l’assillava. Avrebbe provato affetto, sarebbe entrata in simbiosi con lui nel culmine del piacere, lei avrebbe goduto anche nel dare piacere a quest’uomo sconosciuto che forse la vedeva solo come un buco?
In fondo il sesso per lei era comunicare con l’altro sesso, abbandonarsi al suo volere, e altrettanto avrebbe fatto lui con lei? DRRRIIIINN! DRRRIIINN! Ecco il primo squillo! Il cuore le balzò in gola! Come comportarsi?
Essere distante, indifferente o assumere un atteggiamento da gatta in calore? Come parlare: normale o con voce calda e suadente? La mano si allungò sul ricevitore, lo afferrò tremante e lo accostò all’orecchio.
“Pronto! ”
“Buongiorno! Parlo con Cindy? ” una voce di donna, stentorea, quasi balbettante. “Sì, sono io, buongiorno”, rispose Cindy con tono normale. Capì subito trattarsi di una donna anziana che da lei voleva solo un aiuto in casa e così era infatti. Da un lato si sentì sollevata , le si chiedeva nient’altro che un lavoro normale di casa. Quella sera stessa si recò dalla anziana signora.
La casa era povera, piena dei ricordi di una vita. Miss Robin aveva 84 anni e non aveva le forze per eseguire da sola i lavori di casa. Si accordarono sul prezzo e sull’orario. Mentre parlavano arrivò l’infermiera che il comune pagava per fare compagnia di notte alla signora. Miss Robin la presentò a Cindy. “Piacere, Dora” disse allungando una mano sottile. Nel presentarsi Dora fissò Cindy negli occhi molto intensamente e le trattenne la mano strofinandogliela leggermente col pollice. Cindy al momento non ci fece caso. L’infermiera disse: “Cindy, se aspetti un minuto metto a nanna la signora Robin e poi possiamo fare quattro chiacchiere, la notte è lunga e mi annoio spesso davanti alla TV. ”
“Volentieri”, rispose Cindy. Dora accompagnò al piano di sopra la signora. Cindy rimase da sola sul divano e per un attimo pensò alla stretta di mano e allo sguardo di Dora, ma non ci fece poi molto caso. L’infermiera era alta, bionda, occhi azzurri, capelli che scendevano oltre le spalle , lisci,
indossava un camice molto aderente che metteva in evidenza delle forme notevoli che avrebbero fatto impazzire un uomo. Pensava al suo abbigliamento: aveva indossato sì il grembiulino trasparente, ma vista la situazione sotto portava una camicetta, una gonna, reggipetto e mutandine.
Mentre era assorta in questi pensieri ecco i passi leggeri di Dora scendere le scale. La luce era stata
abbassata e c’era una luce abbastanza debole. Dora andò ad accendere la radio, trasmettevano “Moonlight Serenade” di Glenn Miller. Si girò verso Cindy e… il camice era aperto e sotto era completamente nuda. “Ma… ” esclamò Cindy, Dora le si accostò le mise l’indice sulla bocca”Sst!
Vedi io passo già da qualche mese le notti qui da sola, la signora Robin è una donna tranquilla, di notte dorme profondamente non mi ha mai dato problemi. E allora mi annoio fino alle 7 del mattino
quando esco dopo aver preparato la colazione. Allora dopo aver visto un po’ di TV o aver letto qualcosa mi prende la noia e incomincio a toccarmi, a sognare di aver qui con me uomini o donne che mi facciano passare la notte piacevolmente. Amo il mio corpo, e mi piace toccarmi, accarezzarmi, mi sento bene e così vado avanti tutte le notti fino allo sfinimento. Ma da oggi credo che molte cose cambieranno perchè tu costituisci una novità e…. ” Cindy non riusciva neppure a parlare, la gola era chiusa, la lingua secca, era sconvolta perchè l’unico rapporto con il sesso l’aveva avuto solo con il suo corpo. Ora si trovava una donna che praticamente la desiderava che voleva farne il suo passatempo, una donna bellissima d’accordo ma pur sempre una donna. “… poi mi piaci, sei bella, giovane, fresca, educata, hai un corpo che da quel che vedo non è niente male. Poi quando ti ho preso la mano ho sentito come un fluido, una scossa e i tuoi occhi.. insomma mi sembra che tu abbia nascosta in te una porcellina. Tu non hai mai conosciuto l’uomo, vero? ” Come faceva a saperlo? si chiese Cindy spaventata. Era sì un sentimento di paura che provava, ma allo stesso tempo l’atmosfera, il caldo dellla stanza, questa ragazza che le parlava così soavemente e apertamente fissandola negli occhi costantemente le aveva messo dentro un’eccitazione quasi incontrollabile.
Sentiva i capezzoli rizzarsi e gonfiarsi, tra le gambe la “cosina” incominciava ad inumidirsi. “Vieni” disse Dora attirandola a sè sul divano. Lentamente le sfilò la gonna, poi le tolse la camicetta, le accarezzò il seno mentre faceva scivolare via il reggipetto, poi passò a sfilarle le mutandine e Cindy rimase con il grembiulino e il corsetto trasparenti. “Bella, sei così eccitante, così porca” e incominciò a leccarle le tette che diventavano sempre più dure. “Oh siiì.. baciami, leccami ohoh.. ihi.. ” poi la bocca scese, con le mani le sollevò il grembiulino e con la bocca si attaccò alle labbra della fica di Cindy cominciando a succhiarla, a leccarla, a morderla. Cindy non capiva più niente, era troppo bello, non aveva ancora provato niente di simile. Allargò le gambe a più non posso, una gamba poggiava lungo il divano fino a terra, l’altra era appoggiata allo schienale del divano. Quando poi Dora mentre la leccava le infilò un dito nel culo le sembrò che il piacere le accarezzasse anche i visceri e incominciò a gemere, a piangere di piacere, finchè raggiunse un orgasmo mai conosciuto fino a quel momento, lungo , interminabile “Ohhh. aahhh… che bellloooo.. sii leccami, si entra nel culo sfondamelo, OHOh.. ghighigiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii… è meeraviigliosooooooooOHOHO………….. Oh Dio, mi fai impazzire, muovilo dentro. ” Dora usò allora tutte e due le mani, infilò gli indici nel luogo oscuro cercando di aprire quel buco ancora inviolato più che poteva, poi infilò i medi e lo sfintere di Cindy rispondeva molto bene all’operazione. Fu la volta degli anulari e quando fu ben aperto vi si appiccicò con la bocca facendovi penetrare una lingua bagnata, calda, guizzante, vibrando colpi ritmati regolari e sempre più profondi. Cindy ad ogni colpo volava, le sembrava di non avere neppure piú corpo, la sentiva tutta eccome la sentiva che le inumidiva il buco, la penetrava con dolce violenza: “Mmmhmhmhmhmhmhmhm.. ohohohohghghgogh.. siiiiiiiiiiiiiiiiii. ancorrraaaaa di più, come vorrei un cazzo duro dietro, davanti dappertuttoohh Doraaa dolce Doraaaaa… perchè non ti ho conosciuto priiiimaaaa…. sei fantasticaAHAHA…………. ” mentre Dora continuava a leccarla, a mordicchiarla, a succhiarla, a digitarla cercando di spalancare ulteriormente l’antro scuro di Cindy,
che implorava, gemeva, gorgogliava, latrava, urlava il suo piacere, dimenandosi, muovendo il suo culo stupendo come se avesse in corpo due, tre, dieci cazzi vigorosi di maschio selvaggio.
Dio come era bella l’estasi, sarebbe stato così anche con un uomo? O era Dora l’unica che sarebbe stata in grado di soddisfarla? E mentre così pensava ecco arrivare l’orgasmo tanto desiderato:
“Fammi godeere ohoho… Dio mio vengoooo…….. ”
Ora toccava a Dora: dalla borsa prese un pene di gomma a doppia punta lungo 70 cm. Lo leccò, e lo ficcò in bocca a Cindy che provò così per la prima volta un pompino artificiale. Pensò: “Ah, se fosse vero, deve essere fantastico riempirsi la bocca di un grosso cazzo e sentire poi la sborra che ti riempie la bocca”. Dopo che le punte furono ben lubrificate Dora infilò un capo nella fica di Cindy e l’altro nella sua. Sdraiate avvicinarono talmente i loro culi e le loro fiche l’una contro l’altra che il cazzo di gomma scomparve nelle loro vagine. Entrambe si muovevano come forsennate, gemendo, emettendo gridolini di piacere: “Ohh, ahhh, che bello, goodoo, più in fondo, siiii… come lo sento… è bellissimo.. “Finchè raggiunsero un orgasmo potente insieme, lingua contro lingua, bocca contro bocca, i gemiti entravano dalla bocca dell’una nell’altra, le gocce di sudore cadevano copiosamente sui loro corpi avvinti, i capezzoli contro i capezzoli, ventre contro ventre “AAAAHHHH….. OOOHHHHGOODOOO! ”
Poi sfinite si abbandonarono sul divano una tra le braccia dell’altra. Dora disse: “È stato fantastico, una delle godute più belle della mia vita. Come sei dolce, tenera, porca, tutto in un corpo solo. Credo di amarti. Non mi era mai successo prima con una donna. Tu sei fatta per l’amore Cindy, il tuo corpo deve incominciare a conoscere tutti i piaceri dell’amore. E quando dico tutti intendo TUTTI. ” “Sì, anche per me è stato molto bello, forse anche di più non esiste una parola per definire quello che ho provato” aggiunse Cindy, la quale non provava vergogna anzi si sentiva bene, soddisfatta, appagata da quell’esperienza. “Sento di essermi arricchita, te ne sono grata e credo che non potrò fare senza di te, di giorno aiuterò la signora Robin e di notte verrò a farti compagnia e mi insegnerai altre cose, ad amare, a scopare! ” Si diedero un bacio appassionato, le loro lingue guizzavano in quelle bocche roventi.
Alle 4 del mattino Cindy lasciò la casa della signora Robin contenta come non lo era da molto tempo, leggera, soddisfatta perchè aveva trovato un amore che fino alla sera prima pensava inconcepibile, proibito, pericoloso, impossibile. Ma ora quell’esperienza la faceva sentire allegra e spensierata pronta ad affrontare una nuova giornata. Nuova nella sua nuova vita, e quell’aggettivo nuova la mise veramente di buon umore mentre apriva la porta di casa e si apprestava ad andare a letto meritandosi un sonno ristoratore. Buona notte nuova Cindy! FINE

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