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Il sogno, la scia dell’acqua

…la scia dell’acqua creò delle increspature argentate tutt’intorno dove il mare scuro rifletteva appena la luce della luna… e in quel luccichio rivide i suoi occhi brillare dell’ardente mistero che si apprestavano a scoprire…
Come può essere strana la vita e inspiegabili le vie che il destino pone davanti per mettere in contatto persone che mai avrebbero pensato di conoscersi… e lei di contatti con categorie di persone eterogenee ne aveva tutti i giorni…
Si occupava in quel periodo di ricerca di personale per una grossa multinazionale americana…
Proprio per riuscire ad interagire con soggetti di varia nazionalità si era dovuta immergere nel mondo, anzi nel mare di Internet…
Navigava ormai nelle sue “acque” come un esperto marinaio alla ricerca del posto migliore dove ancorare la sua barca… conosceva ogni giorno siti diversi e con essi realtà sempre nuove… curiose…
Poi un giorno durante la pausa del pranzo la sua attenzione fu attirata da una pubblicità: “… www… – visitate la nostra chat…conoscerete un mondo nuovo…!!! ”
… era una scritta bluette lasciata comodamente adagiata su un mare di colori e sullo sfondo, appena percettibile alla vista, con uno strano gioco di sovrapposizioni, si intravedeva un mare azzurro-verde e delle palme che ombreggiavano una spiaggia vellutata…
La curiosità fantasiosa che stava alla base delle sua attività lavorativa fu immediatamente stuzzicata, come un goloso si lascia attirare da un barattolo di nutella lasciato incustodito sulla mensola in cucina…
Posò la mano sul “topolino” e fece scorrere la freccetta fin sopra l’indirizzo lampeggiante, fino a quando la freccetta si trasformò in manina…
…Esitò qualche istante, quasi a percepire un non so chè di misterioso… ogni nuovo click era un po’ come aprire una nuova finestra su un universo sconosciuto, ma quella volta la sensazione nascondeva in sé una stimolante
eccitazione…
Il suo click aprì il mare di colori lasciando vedere in maniera più chiara la spiaggia caraibica che simboleggiava l’oasi esotica che rappresentava questa chat…
Si perse in quel mare azzurro-verde… il sole, riflettendo in quell’acqua limpida, formava delle piccole nuvole trasparenti in movimento continuo.. se ne traeva una sensazione di refrigerio, come una bibita ghiacciata in un bicchiere appannato e dal quale si intravedono appena i cubetti di ghiaccio sciogliersi lentamente…sotto le palme volò il suo pensiero e con esso il suo corpo si sdraiò sulla spiaggia bianca, come su un drappo di velluto distrattamente abbandonato…
Sul suo schermo comparvero alcune finestre con scritte di colori diversi… i messaggi scorrevano veloci come i titoli di coda di un programma finito troppo tardi…messaggi in lingua diversa si mescolavano tra di loro…fu rapita da questo anomalo ed eterogeneo intercalarsi di parole… frasi scritte da persone di nazionalità diversa… messaggi amichevoli che si alternavano a quelli d’amore… saluti da primo approccio che si mescolavano ad evidenti messaggi erotici.. il tutto in un fluire continuo, inarrestabile, come una cascata da una sorgente di montagna, come se nessuno facesse caso ad i messaggi non propri, come se ognuno leggesse tutto come suo…
Tanta era la curiosità e lo stupore che non si era neanche accorta della finestra che si era aperta: “…ALIAS…” chiedeva… ecco, doveva darsi un nick se voleva entrare in quel mondo…
Rimase immobile… affioravano nella sua mente centinaia di pseudonimi che avrebbe potuto usare, mentre i messaggi continuavano ad accavallarsi senza tregua e senza pudore, come un gruppo di ballerini in fase di riscaldamento…
Non digitò alcun nome, ma cliccò invece per uscire, quasi in preda all’ansia che qualcuno potesse chiederle di identificarsi…
La sua giornata trascorse avvolta in una sorta di strana euforia mista ad eccitazione… scorrevano nella sua memoria brevi messaggi-spot, come flash pubblicitari in una gara di Formula 1…
La mattina successiva trascorse fra continue occhiate all’orologio… aspettava la pausa con l’ansia di chi deve partire per una vacanza speciale…
…www….. e finalmente si ritrovò in quell’isola caraibica che mostrò immediatamente lo scorrere veloce dei messaggi… il tempo sembrava essersi fermato su quei messaggi, impedendo agli stessi di scorrere via senza permetterle di leggerli…
…Poi ricomparve la finestra dove inserire il nick e così scrisse: “Lulù” e diede l’invio…
Inspiegabilmente il suo cuore prese a batterle forte, come in preda ad una incontenibile eccitazione… come ad un primo appuntamento…
Non sapeva cosa fare… doveva forse cercare qualcuno da contattare o era meglio stare lì ad aspettare che qualcuno notasse il suo nick?
Non ebbe il modo, né il tempo di dare una risposta a questa domande che vide comparire sul video, fra gli altri messaggi: “…Hallo, Lulù…” il messaggio rivolto a lei scorreva veloce in mezzo agli altri… “…cosa devo fare? … chi me lo ha mandato? ” furono le uniche cose che riuscì a chiedersi… fece appena in tempo a cogliere il nome del mittente “Bill”… “Mi ha salutata in inglese! ? ! ? ! … sarà casuale? ” si chiese.
Cercando di rimanere sul vago rispose con il medesimo saluto…
Si scambiarono ancora alcuni messaggi di routine sempre categoricamente in inglese… le domande di Bill erano precise e mirate, ma le sue risposte aleatorie… il suo inglese scolastico lasciava presagire che cercasse di celare la sua vera nazionalità…
La loro conversazione proseguì in inglese, lasciando spazio a domande simpatiche e curiose… si salutarono dandosi un ipotetico appuntamento alla prossima occasione… “…quale sarebbe stata la prossima occasione? ? ? ” pensò…
Si ritrovò a pensare a Bill… aveva voglia di chattare ancora con lui… si ricollegò anche il giorno dopo e quelli seguenti… aveva conosciuto anche degli altri chattatori, ma con Bill era diverso… le loro conversazioni si facevano sempre più interessanti… stimolanti… le propose una “stanza” privata, così si chiamano i “luoghi” dove chattare in privato e così si spostarono in questa nuova dimensione… i loro incontri erano ormai diventati
giornalieri… si ritrovava a pensare a Bill con sempre maggiore entusiasmo… poi un giorno le propose un gioco diverso… si lasciò trascinare da lui come un ramoscello dal fiume… le chiese di spogliarsi e di rimanere solo vestita della sua biancheria intima… voleva che gli raccontasse quello che faceva o che provava…
L’imbarazzo che provò nel sentirsi chiedere quelle cose fece crescere in lei una strana eccitazione… era combattuta fra il rifiutarsi di sottostare a certi “giochi” e il volersi spingere oltre… Poi sul video comparvero le sue parole di esortazione:
Bill: “…dai Lulù… spogliati… lentamente… con la sensualità che ti contraddistingue… come sei vestita? ”
L’esitazione lasciò il posto alla curiosa eccitazione che si sentiva in corpo e si lasciò andare come sotto l’effetto ipnotico di un bravo “maestro”…
Lulù: “… ho un vestito nero, lungo, che scivola sui fianchi come l’edera sul tronco… è completamente abbottonato davanti…”
Bill: “… sei bellissima.. è un vestito molto sexy…”
Lulù: “… ho iniziato a sbottonarlo… molto lentamente… bottone dopo bottone… si incominciano ad intravedere le gambe… sento un brivido nella schiena…”
Bill: “… sono io… sono seduto dietro di te… ti sto sfiorando le gambe…”
Lulù: “… ho finito di sbottonarmi il vestito, ma non l’ho ancora tolto…”
Bill: “…non lo togliere ancora… passati le mani sul corpo, infilandole sotto il vestito… voglio che ti sfiori delicatamente…”
Lulù: “… mi sto accarezzando… le mie mani scendono lungo i fianchi… poi risalgono fino al seno… lo stringo appena… sto iniziando ad eccitarmi…”
Bill: “… sì, lo so… vedo che stringi appena le gambe…stai cercando di avvertire le sensazioni di piacere che provi sentendoti pizzicare il clitoride? ”
Lulù: “… sì, come fai a saperlo? … ho voglia di toccarmi…”
Bill: “… no! non lo fare, non ancora… continua a spogliarti.. devi rimanere solo con la biancheria intima… cos’hai sotto il vestito? ”
Lulù: “… faccio scivolare il vestito… mi cade ai piedi… ho il reggiseno nero, di pizzo molto lavorato, cosicchè si intravede il capezzolo che spinge da dietro… le spalline sono formate solo da due fili dorati… sotto ho un perizoma anch’esso nero… un triangolo di pizzo davanti e dietro solo un filo dorato… è molto sgambato… sopra il perizoma il reggicalze e sotto due bellissime calze in microrete nere…”
Bill: “… sei bellissima… la tua sensualità ha una carica incredibile… adesso siediti…”
Lulù: “… sono seduta… apro appena le gambe e…”
Bill: “… no! aspetta non devi ancora toccarti… voglio che quando ti sfiorerai tu sia già eccitata … comincia ad accarezzarti il seno…”
Lulù: ” faccio scorrere le mani dal collo fino al seno… lo stringo… scopro appena i capezzoli e li pizzico… si stanno indurendo… ecco adesso sono turgidi come due ciliegie appena raccolte…”
Bill: “… passati le dita sulla lingua, fra le labbra e…”
Lulù: “… sì! ho capito! … mi sto passando il dito fra le labbra… vellutate come i petali di una rosa sfioro la lingua, così morbida, umida, come la polpa di una prugna matura… succosa… il mio dito esce umido… lo passo sul capezzolo e lo stringo di nuovo…appena, fino a sentirlo bagnato ed inturgidito, poi rimetto il reggiseno sopra, così da sentire il capezzolo che punta contro il pizzo e da intravederlo imprigionato, come un uccellino in una gabbia troppo piccola…”
Bill: “… sei bravissima… ecco adesso puoi toccarti… sfiorati… accarezzati come lo farei io… delicatamente … dolcemente… deve essere la carezza di un battito d’ali di una farfalla colorata…”
Lulù: “… le mie mani scivolano lungo i fianchi fino ad arrivare sul pube… le mie mutandine sono bagnate… i miei umori le hanno inumidite del calore dell’eccitazione…”
Bill: “… toccati… devi sentire il tuo calore riempirti la mano, come il fuoco riscalda il camino…”
Lulù: “… sposto appena il perizoma da un lato, fino a scoprire leggermente il mio pube e passo le dita fra i riccioli neri dei miei peli inumiditi… sfioro il clitoride… mi sento trasalire dal desiderio… l’eccitazione cresce in me, come una pianta che dal piccolo seme sboccia e poi diviene adulta… i miei umori mi inumidiscono la mano… il profumo della mia intimità mi pizzica le narici, mi stimola i sensi…”
Bill. “… i tuoi movimenti trasmettono una carica di erotismo, come una danza su una spiaggiatropicale … ecco adesso devi entrarti dentro… perché io adesso lo farei… sono molto eccitato e già una gocciolina dei miei umori ha inumidito il mio sesso…”
Lulù: “… mi sto accarezzando… sono molto eccitata…”
Bill: “… lo sono anch’io… moltissimo… ti sento…”
Lulù: “… ecco… mi sto entrando dentro… le mie labbra sono gonfie, turgide come un frutto maturo e succoso tagliato su un piatto di portata… sono calda dentro… bollente… il mio desiderio cresce all’unisono con la mia eccitazione…”
Cliccò sulla piccola scritta “ESCI” e il video si oscurò abbandonando quell’oasi ai suoi sogni, come il suo desiderio si lasciò andare al piacere intenso dell’orgasmo…
I loro incontri in chat divennero sempre più intensi… sempre più intimi, come una ninfea si adagia sfiorando appena l’acqua con le sue foglie, ma creando con essa una fusione totale…
Poi il desiderio divenne esigente… la passione contatto… come due pezzi di uno stesso puzzle…
…Decisero l’incontro… aeroporto di Roma… toilette delle donne… h. 9: 30… rigorosamente bendata…”…bendata? ! ? ! ? …
come bendata? ? ? “… un piccolo crampo allo stomaco, come di un leggero morso dato ad una torta friabile, strinse le sue viscere a sottolineare l’eccitazione dell’incontro…
Indossò un vestito grigio perla, con una cerniera lungo tutta la schiena… morbido, di quelli che si stringono in un pugno, come un biscotto sbriciolato nella mano… la morbidezza del tessuto si adagiava sul suo corpo come un lenzuolo di seta nero su un letto rotondo posto nel centro di una camera semibuia…
Sotto il vestito indossava un body di seta nero, abbottonato sul davanti, sgambatissimo… il reggiseno a “balconcino” esaltava le rotondità dei suoi seni e lasciava appena intravedere l’aureola più scura dei suoi capezzoli… da uno spacco sulla sinistra faceva capolino il bellissimo pizzo nero delle velatissime calze autoreggenti che indossava… sotto un paio di sandali neri, con tacco alto… nella piccola borsetta di vernice nera aveva riposto una benda di seta bluette e il suo cellulare…
L’aeroporto era affollatissimo a quell’ora… erano le 9: 15, giusto il tempo di un caffè e si diresse alla toilette delle donne… “… ma un uomo come ci sarebbe entrato? “, pensò, ma la domanda non voleva una risposta… si posizionò davanti agli specchi fingendo la sistemazione del trucco…
Alle 9: 29 suonò il cellulare… la voce era metallica, alterata, come una vecchia segreteria telefonica dai toni robotizzati, di quelle dove non ti viene voglia di lasciare alcun messaggio…
“… non ti girare… bendati… e affidati al ricordo della mia passione…”
…Prese la benda bluette e se la legò attorno alla testa, contenendo così ogni possesso dell’immaginario reale…
…Qualche attimo dopo una porta scricchiolò alle sue spalle… era come se bendata ogni senso avesse ampliato la propria potenzialità… il rumore doveva essere appena percettibile in un posto così rumoroso, ma l’attesa che
precede l’evento diede al suo udito la sicurezza dell’accaduto…
Ebbe la sensazione di qualcuno dietro di lei… non si mosse… due mani le accarezzarono le braccia ai lati del corpo… un brivido percorse la sua schiena, come una manciata di coriandoli lanciati alla rinfusa… due labbra calde si appoggiarono sul suo collo e la percezione dei sensi divenne vibrazione… la lingua calda di lui percorse il collo di lei alla ricerca di ogni suo brivido, all’esasperazione di ogni suo senso…
…La prese per mano… solo allora capì che indossava un paio di guanti di seta… la sensazione del contatto fu di un letto dopo una notte di passione…

Si affidò alla guida del suo lui misterioso… camminarono lungo percorsi senza volto… verso una meta senza destinazione…
…Si ritrovò immersa nella morbidezza di una poltrona di pelle.. percepì il profumo della presenza di lui… l’eccitazione della sua sensualità…
Il viaggio le sembrò senza confini, avvolta in quel mondo senza colori…
Non si scambiarono neanche una parola… lei avrebbe voluto fargli un sacco di domande, guardarlo negli occhi, posare il suo sguardo sulle labbra di lui, scoprirne la morbidezza, assaporarne l’aroma dolcemente aromatico…
Poi lui le allacciò le cinture di sicurezza, sfiorando i suoi seni… cingendo i suoi fianchi… lei inarcò la schiena in un accenno di piacere…
L’aereo iniziò a scendere verso un paese senza passato e senza ricordi…
Quando lo sportello dell’aereo si aprì su quel mondo a lei ignoto avvertì il caldo del sole pizzicarle la pelle… doveva essere una paese tropicale… avvertiva nell’aria un profumo di fiori esotici, come di una serra sotto il sole a mezzogiorno emana una calore irreale…
Lei cercava di percepire la lingua parlata in quel paese, ma avvertiva solo una leggera brezza circondare il silenzio…
Poi dopo un breve viaggio in macchina sentì lo sportello alla sua destra aprirsi e una mano invitarla ad uscire… il rumore dell’acqua si rovesciò in un tonfo cupo, come di un’orca nella sua discesa verso il fondo…
…Mise i piedi su una passerella ondeggiante… schizzi di acqua fredda colpirono le sue gambe, passando attraverso la velatura della calze…
Si ritrovò sul ponte di quella che doveva essere una piccola nave…la pavimentazione sembrava solida e il mancorrente scorreva sotto le mani come il burro appena tolto dal frigorifero… doveva essere un piccolo panfilo… non poteva che contare sul suo tatto per percepire la bellezza di quel posto e del suo olfatto per inebriare i suoi sensi degli esotici profumi tropicali…
L’imbarcazione lasciò il molo e si diresse sulle acque calme di un mare che emanava un intenso profumo di salsedine…
Il caldo del sole doveva aver lasciato il posto alla fresca luna e alle tante lucine delle stelle che tempestavano il cielo come diamantini attorno ad uno zaffiro…
La fresca brezza sollevata dal lento procedere della barca la accarezzava, accompagnando l’ansia dell’attesa… l’eccitazione dell’ignoto…
Avvertiva dietro di sé la presenza di lui …silenziosa … il suo profumo la accarezzava… non sapeva cosa aspettarsi… cosa sarebbe successo… le ultime ore erano trascorse nella notte della coscienza e nel buio dei colori, ma i suoi sensi avevano percepito ogni aroma… ogni eterea presenza…
… Lo sentì farsi più vicino… il corpo di lui le sfiorava i vestiti, trasmettendo appena la leggera percezione del contatto che dà una cosa quando non è sufficientemente vicina per poterne percepire la certezza…
… La schiena di lei divenne il veicolo di trasmissione di tutti i suoi sensi… i suoi glutei si contrassero leggermente…
Continuò a restare voltata di schiena… era sul ponte, appoggiata con le mani al mancorrente rinfrescato dalla leggera brezza marina… minuscole goccioline si posavano sul suo viso e sulle sue braccia…
Il suo pube si appoggiava al bordo della nave e il mancorrente era alto quel tanto di più da arrivare all’altezza del ventre… le braccia leggermente aperte ai lati del corpo e le mani avvinghiate attorno alla rotondità del mancorrente, come a stringere l’oggetto del suo desiderio…
Le mani di lui sfiorarono le sue braccia, partendo dalle spalle, fino ad arrivare alle sue dita, che si contrassero leggermente per poi stringersi più forte alle rotondità che contenevano…
Le dita di Bill passarono appena sopra la cerniera del suo vestito, formando dei piccoli giochini sul suo collo ed alla base della sua nuca… la testa di lei si riempì di rumori lontani…
Lui prese con le due dita il gancetto della cerniera e cominciò lentamente a farla scorrere verso il basso, come un pennellino in un ritocco importante…
Si fermò solo quando fu all’incrocio dei suoi glutei…non li poteva vedere, ma poteva immaginarne la rotondità attraverso il body di seta nero, che doveva luccicare ad ogni movimento del tessuto, come un cristallo riflette le sue sfacettature sotto la luce…
Bill infilò entrambe le mani da dietro attraverso il vestito, fino ad arrivare a contenere i seni di Lulù, a stringerli, quasi a farle male e subito dopo ad accarezzarli leggermente, pizzicando i suoi capezzoli inturgiditi, che facevano appena capolino dal reggiseno…
Scese poi con le mani lungo i fianchi… come una colata di lava vellutata percorreva il suo corpo nella percezione di ogni attimo di piacere…
Le dita di Bill si infilarono sotto la sgambatura del body di Lulù, passando prima sui suoi glutei contratti, per poi arrivare a sfiorare il suo inguine… l’istinto immediato fu quello di stringere le gambe per contenerne il piacere all’interno…
La percezione di questo suo istinto di desiderio fece allontanare le mani di Bill, che risalirono lungo i fianchi di Lulù fino ad arrivare sulle sue spalle… le mani fecero leva sotto le spalline del suo vestito, che scivolò lungo le braccia e si accartocciò ai suoi piedi, come una bottiglia di plastica svuotata dell’aria che contiene… sfiorò il pizzo delle sue calze autoreggenti, percorrendone con il dito il filo superiore e ripassò con un movimento casuale sul suo inguine e poi sul suo pube… avvertì una contrazione di piacere ed il suo sesso si inumidì, lasciando fuoriuscire qualche gocciolina dei suoi umori, che si mischiò al leggero sudore della parte interna delle sue cosce…
La barca intanto procedeva ad una velocità costante, regolare… Lulù inspirò quella leggera brezza, affinchè riempisse il suo essere, colmasse ogni senso… inarcò la schiena in un movimento di piacevole contrazione… era pronta per ricevere il piacere che lui avrebbe dato al suo corpo in vibrazione…
La fece girare di fronte e iniziò a sbottonarle il body… bottone dopo bottone… si iniziava a vedere la curva pronunciata dei seni spingere contro il tessuto aperto, quasi a voler uscire da una prigione giudicata ingiusta… quando il seno cominciò ad apparire più libero, nella sua rotondità, nella sua pienezza, Bill smise di sbottonare… lei avvertì l’alito caldo del respiro sfiorare la pelle delicata del suo seno… la sua lingua calda passò proprio nel punto dove il dolce monte incontra il suo riposo…
Le labbra di lui contenevano in sé piccoli bocconi della tenera carne del suo petto… le diede piccoli morsi tutto intorno al capezzolo, finchè fu abbastanza vicino da poterlo raggiungere con la lingua e stuzzicarlo per farlo erigere… continuò a leccarlo e a farlo muovere in un gioco di rincorsa con la sua avida lingua…
L’eccitazione cresceva in lei come la pressione dentro un vulcano si appresta ad uscire con l’impeto della sua forza…
Mise le sue labbra fra i seni di lei, continuando con le mani a pizzicare i suoi capezzoli…
Poi iniziò a scendere con le labbra verso il centro del suo corpo… avvertiva la sua lingua curiosa, insistente cercare di far capolino attraverso la bocca… il body che ancora rivestiva parte del suo corpo cadde come i petali di una rosa sfiorita, lasciandola solo vestita delle sue calze autoreggenti…
Poi la lingua attorno al suo ombelico le diede coscienza della vicinanza… Lulù era appoggiata con i glutei contro il bordo della barca… le mani allargate e appoggiate leggermente dietro di lei, la testa appena reclinata indietro… i capelli mossi dal leggero vento le solleticavano la nuca e le accarezzavano le orecchie… la sua era una posizione di totale apertura e abbandono al piacere..
Bill baciò i peli del suo pube e si strofinò sopra con il viso… il suo naso spingeva come un piccolo pene in erezione… la sua lingua si posò sul suo clitoride frugando fra le labbra come alla ricerca di un tesoro nascosto…
Continuò così a strofinarsi contro il suo sesso, ora con la lingua ora con il naso, donandole la sensazione del dualismo di piacere che crea il passaggio dal morbido e caldo, al duro e insistente…
La portò così in un vortice di piacere sempre più crescente, fino a quando l’eccitazione esplose nella completezza dell’orgasmo…
Sentì i suoi umori scendere caldi e densi attraverso il suo sesso e le sue gambe, con la lava che avanza lentamente sulle pareti della montagna che le appartiene… sentì la lingua di lui appropriarsene come di un succo afrodisiaco…
La fece girare di schiena passando le labbra sulla sua schiena imperlata del sudore della passione…
Fece in modo che il ventre di lei fosse appoggiato sul mancorrente e le allargò leggermente l’appoggio delle gambe… i glutei rotondi formavano un angolo perfetto con le gambe, che scendevano diritte come due colonne importanti di un monumento intoccabile…
Lulù sentì chiaramente le dita di lui frugarle dentro con curiosa insistenza, accarezzare il suo clitoride gonfio, inturgidito dal piacere appena provato… il desiderio contraeva il suo sesso in spasmi di piacere, come piccole scosse su un corpo in tensione…
Il contatto parve da prima strano, anomalo…qualcosa di liscio, leggermente più freddo del calore umano aveva profanato la sua intimità… la mano di Bill che lo sosteneva e la posizione del suo corpo le fece chiaramente intendere che non era lui ad occupare i suoi sensi, a riempire il suo sesso… era un vibratore a rappresentare l’oggetto del desiderio di godimento…
Lo muoveva dentro di lei con la cura di chi sta facendo qualcosa di importante, ma non vuole disturbare troppo…percorreva ogni parte con una pressione ed una velocità meticolose, quasi studiate… sapeva cosa desidera una donna e lo sapeva bene… i suoi movimenti regolare creavano una stimolazione continua ma mai eccessiva… poi lo tirò fuori dal suo corpo e lo avvicinò al viso di lei… voleva che sentisse l’odore della sua propria intimità… il profumo spezziato del suo piacere… prese la sua mano e le fece impugnare quell’oggetto a lei misterioso… era diventato caldo, bagnato dei suoi umori… lei lo passò da una mano all’altra quasi a volerne percepire la compattezza, la forma precisa, la consistenza solo attraverso il suo tatto…
Lui riprese l’oggetto di questo desiderio mai vissuto e volle che lei tenesse le sue mani inebriate del suo profumo di piacere sul viso…poi lui lo rimise dentro di lei con le delicata forza che è insita nell’atto del piacere…
Lei inarcò la schiena nella piena percezione dell’eccitante stimolazione che cresceva in lei…
Bill osava dentro di lei come un profanatore di templi sacri… la cercava fin nel più profondo del suo essere, ma quando percepiva che i suoi sensi trasalivano in un cenno di piacere usciva lentamente trasmettendole brividi inebrianti, che le stordivano i sensi… era in preda al più totale desiderio dell’orgasmo, ma il confine lui lo difendeva con l’abilità di chi conosce dettagliatamente le tattiche della difesa… era in grado di tenere l’eccitazione di lei sempre sull’orlo di questo confine inespresso…
Entrava e usciva da dentro il suo corpo creando in lei spasmi ed attese sempre più irresistibili, contrazioni quasi dolorose… un dolore che chiedeva appagamento… che voleva osare, andare oltre il confine dell’essere… i suoi umori caldi sgorgavano da dentro in un crescendo, nella conferma del godimento…
Il ritmo aumentò sapientemente con la coscienza di chi conosce il tempo del piacere… lui seguiva le contrazioni di lei, moltiplicava i suoi spasmi… Lulù muoveva il suo corpo in perfetta sintonia con i movimenti che lui dosava… ogni sua spinta coincideva con una spinta di lui, ogni volta che lei si ritraeva lui altrettanto sapientemente si ritirava, per poi prepararsi nuovamente ad una spinta pià profonda, più veloce, più accurata…
Il loro ritmo divenne sempre più veloce e preciso fino a sconfinare in un orgasmo incoscientemente istintivo…
Le sue urla esplosero nella notte… si diffusero sull’acqua fra l’ondeggiare lento del mare e la leggera brezza marina investì il suo corpo nudo, spossato da tanto piacere…
Lulù si voltò… tolse la benda da davanti agli occhi, pronta a rifugiarsi fra le sue braccia… l’immagine che le apparve davanti fu quella di una donna bellissima, dagli occhi blu, lo sguardo penetrante di una pantera e le movenze di un delfino nel suo lancio acrobatico…
Lulù posizionò la manina sulla piccola icona accesa sulla destra del video e cliccò….
La sua immagine scomparve lasciando il posto alla spiaggia caraibica di quell’oasi … l’increspatura argentata si dissolse come il sogno al risveglio… FINE

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